(di Andrea Cittadini)
(ANSA) - BRESCIA, 20 OTT - Un telefono che manca e un giallo
che diventa sempre più complesso. La sparizione
dell'imprenditore bresciano Mario Bozzoli, svanito nel nulla
ormai da dodici giorni, e la morte del suo dipendente Giuseppe
Ghirardini, trovato cadavere domenica dopo che da mercoledì si
era allontanato da casa, assume sempre più i contorni del
mistero.
"La morte di Giuseppe Ghirardini e la scomparsa di Mario
Bozzoli hanno per il momento solo un collegamento temporale.
Diverso sarebbe se si accertasse che Ghirardini è stato ucciso"
ha detto il procuratore capo di Brescia Tommaso Buonanno che
oggi ha effettuato un sopralluogo nella fonderia di Marcheno, la
fabbrica del mistero sotto sequestro da una settimana.
"É una delle inchieste più difficili della mia carriera di
magistrato" ha ribadito Buonanno . E c'è un elemento in più che
rende la vicenda contorta e complessa: non si trova infatti il
telefono cellulare di Ghirardini. Sembrava lo avesse in tasca al
momento del ritrovamento nei boschi di Ponte di Legno, ma gli
inquirenti smentiscono. "Non c'era e non si trova" è stato
spiegato detto. L'ultimo segnale di attività lo aveva dato
mercoledì pomeriggio attorno alle 14 quando agganciò la cella di
Crocedomini, a circa ottanta chilometri di distanza dal luogo in
cui é stata poi ritrovata l'auto. Impossibile stabilire se nel
lungo tragitto Ghirardini si sia liberato del telefono e nemmeno
il motivo eventualmente di un gesto simile. Forse perché voleva
cancellare definitivamente contatti e messaggi degli ultimi
giorni? Su questo aspetto é stretto il riserbo degli inquirenti
che stanno ascoltando parenti e amici dell'uomo, addetto ai
forni della fonderia Bozzoli e presente in azienda la sera della
scomparsa del titolare.
Anche oggi i Ris di Parma hanno controllato l'interno della
fonderia "dove stando agli elementi attuali riteniamo che
Bozzoli non sia mai uscito" ha detto il procuratore Buonanno.
L'attenzione resta puntata sui forni interni alla Bozzoli e a
tal proposito l'avvocato Patrizia Scalvi, legale nominato dalla
moglie e dai figli di Mario Bozzoli, ha nominato un nuovo
perito. Si tratta di Giovina Marina La Vecchia, ordinario di
metallurgia all'Università di Brescia. "Le chiediamo di
chiarirci come funziona il forno e se c'è possibilità
eventualmente di trovare tracce qualora l'imprenditore sia
realmente finito in uno dei forni della ditta" ha spiegato il
legale.(ANSA).