Papa Francesco, oggi al ventesimo giorno di ricovero al Policlinico Gemelli, è rimasto ancora "stazionario", senza nuovi "episodi di insufficienza respiratoria" come quelli che tanta preoccupazione hanno destato nei giorni scorsi. I medici comunque, vista la "complessità" del quadro, non sciolgono ancora la prognosi. E' quanto riferisce il bollettino medico serale diffuso dalla Sala stampa vaticana, secondo cui il Pontefice, "come programmato, durante il giorno, ha effettuato l'ossigenoterapia ad alti flussi e nella notte verrà ripresa la ventilazione meccanica non invasiva".
Intanto "ha incrementato la fisioterapia respiratoria e quella motoria attiva", quest'ultima necessaria per una persona che è da tanti giorni in ospedale, per non dare adito a ulteriori difficoltà. Il Papa comunque ha trascorso la giornata non a letto, ma "in poltrona". Resta il fatto della "complessità del quadro clinico".
Questa mattina, nell'appartamento privato sito al decimo piano del Gemelli, Francesco ha partecipato al rito della benedizione delle Sacre Ceneri che gli sono state imposte dal celebrante, un cappellano del Policlinico universitario, quindi ha ricevuto l'Eucarestia. Successivamente si è dedicato ad alcune attività lavorative, fa sapere la Sala stampa vaticana. Sempre nel corso della mattina ha chiamato nuovamente padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia di Gaza. Nel pomeriggio ha alternato il riposo al lavoro.
A corredo del bollettino dei medici, fonti vaticane rilevano intanto che, per quanto riguarda la polmonite del Papa, essa "è in una fase di sviluppo ordinario per un paziente che è sotto trattamento medico". "Ogni polmonite ha una sua fase di sviluppo, poi un momento in cui perde forza e si restringe. La tempistica varia da caso a caso e per la valutazione ci vuole tempo", viene spiegato da Oltretevere. "Ci vuole tempo e ci vuole pazienza - si ribadisce -. Ma il fatto che non ci siano state delle crisi i medici lo sottolineano perché lo considerano qualcosa di rilevante". L'umore del Pontefice, è stato sempre definito "buono" e il suo atteggiamento "collaborante".
Nel frattempo, a quasi tre settimane dal ricovero, "i medici sono in attesa ancora di verificare alcuni aspetti della terapia cui il Papa è sottoposto", e "prima di questo è difficile pensare a un loro nuovo incontro con la stampa".
Del Pontefice oggi si è detto che ha ripreso la sua "attività lavorativa", ma i testi, come la catechesi per l'udienza generale che avrebbe dovuto tenersi oggi, il messaggio di inizio Quaresima inviato ai vescovi brasiliani, o anche l'omelia per la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri all'Aventino, presieduta al posto di Francesco dal cardinale penitenziere Angelo De Donatis, sono stati redatti in precedenza. Le ceneri, ha sottolineato il Papa nell'omelia, letta nella messa nella Basilica di Santa Sabina dallo stesso De Donatis, "ci ricordano che siamo polvere", e "questa condizione di fragilità ci richiama il dramma della morte, che nelle nostre società dell'apparenza proviamo a esorcizzare in molti modi e a emarginare perfino dai nostri linguaggi, ma che si impone come una realtà con la quale dobbiamo fare i conti, segno della precarietà e fugacità della nostra vita". Le ceneri, ha detto ancora, "ci aiutano a fare memoria della fragilità e della pochezza della nostra vita: siamo polvere, dalla polvere siamo stati creati e in polvere ritorneremo".
E questo mentre "tocchiamo con mano la fragilità nell'esperienza della malattia, nella povertà, nella sofferenza che a volte piomba improvvisa su di noi e sulle nostre famiglie". Tuttavia "ci incamminano verso la speranza a cui siamo chiamati, perché Gesù è disceso nella polvere della terra e, con la sua Risurrezione, ci trascina con sé nel cuore del Padre". "Ci sentiamo profondamente uniti a lui in questo momento e lo ringraziamo per l'offerta della sua preghiera e delle sue sofferenze per il bene della Chiesa intera e di tutto il mondo", ha detto il card. De Donatis introducendo la lettura delle parole del Papa.
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