Un'articolata organizzazione criminale che operava tra l'Egitto, la Turchia e la Grecia con ramificazioni in Italia che, "con 18 eventi migratori accertati", avrebbe "favorito l'ingresso clandestino in Italia, dal 2021 a oggi, di almeno tremila persone". Con introiti stimati per l'organizzazione "di almeno 30 milioni di euro".
L'ha disarticolata l'inchiesta 'El rais' della Dda di Catania, con un'operazione internazionale di polizia che ha portato all'arresto di sette egiziani destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere che ipotizza i reati di di associazione per delinquere finalizzata al traffico di migranti e di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, aggravata dalla circostanza di operare in ambito internazionale. Altri 8 indagati fuori dall'Unione europea sono invece sfuggiti all'esecuzione dell'ordinanza.
Il provvedimento è stato eseguito nelle province di Cosenza, Catania e Catanzaro, oltre che in Albania, Germania, Oman e Turchia. L'operazione 'El rais' è stata condotta dal Servizio centrale operativo e dalla squadra mobile di Siracusa, in sinergia con l'agenzia Europol, Eurojust, il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia e l'unità Human trafficking and smuggling of migrants di Interpol. In Turchia è stato arrestato il presunto capo dell'associazione, l'egiziano Assad Ali Gomaa Khodir, detto Abu Sufyen, ritenuto uno dei principali player del sistema di trasbordo di migranti dall'Asia minore all'Europa. E' stato catturato a Istanbul dove si era stabilito per tentare di eludere un mandato di arresto emesso dall'Egitto per gli stessi reati contestati adesso, per cui era stato condannato a 10 anni di reclusione.
Le indagini erano state avviate dalla squadra mobile di Siracusa dopo l'arresto di tre stranieri, ritenuti gli scafisti di una barca a vela con a bordo migranti arrivata nel porto di Augusta. E' così emersa l'esistenza di una struttura che reclutava skipper professionisti in Egitto, che gestiva la logistica dei migranti provenienti prevalentemente da Medio Oriente e Africa e il loro successivo 'trasporto' verse le coste italiane a bordo di imbarcazioni a vela appositamente reperite: lunghe 12-15 metri, che avrebbero potuto portare 20-25 persone, ma sulle quale venivano stipate un numero di migranti anche 7-8 volte maggiore. Il viaggio iniziava dalle coste turche di Bodrum, Izmir e Marmaris e poteva durare anche 10 giorni. Il costo del viaggio era di circa 10mila dollari a persona.
L'organizzazione gestiva anche il trasferimento di migranti in Grecia e, in almeno in un caso, un 'viaggio della speranza' avrebbe avuto "un esito tragico con il naufragio dell'imbarcazione", ha detto il procuratore Francesco Curcio, rivelando anche che "i trafficanti erano al corrente della strage di Cutro, tant'è che ne parlavano", ma non erano loro gli organizzatori. Per il direttore dello Sco, Vincenzo Nicolì, quello sgominato con l'operazione "è uno dei gruppi criminali maggiormente attivi anche nel tempo nel traffico degli uomini".
L'operazione rappresenta un "risultato significativo. Chi organizza questi viaggi - ha sottolineato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi - lo fa per denaro, senza alcun rispetto per la vita umana".
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