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Sei mesi di stagnazione, il Pil 2024 si ferma a +0,5%

Sei mesi di stagnazione, il Pil 2024 si ferma a +0,5%

Incognita dazi sull'industria. Torna a salire la disoccupazione

ROMA, 30 gennaio 2025, 19:14

di Domenico Conti

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'economia italiana ha tirato il freno a mano nel secondo semestre. Una stagnazione che mette l'Italia insieme a Germania e Francia nel club dei Paesi europei in difficoltà, in contrasto con la crescita forte di Spagna e Portogallo, e dimezza la crescita dell'intero 2024 allo 0,5% nonostante l'iniezione senza precedenti di fondi europei tramite il Pnrr.

I dati dell'Istat dicono che il Pil italiano nel quarto trimestre del 2024, corretto per il calendario e destagionalizzato, ha segnato crescita zero rispetto ai tre mesi precedenti, quando già era rimasto stazionario.

L'impatto sul dato dell'intero 2024 è che la crescita, sempre corretta per gli effetti di calendario e destagionalizzata, si ferma a 0,5%, la metà dell'1,1% della Francia e dell'1% indicato nel Piano strutturale di bilancio del governo.

L'effetto trascinamento sul 2025 si azzera, anche se non sarebbe pesante l'impatto della stagnazione sul bilancio, visto che la crescita indicata nel Psb, ai fini dei conti pubblici, non depura i dati dalle quattro giornate lavorative in più dell'anno passato del 2023. La stagnazione dell'Italia trova una qualche consolazione nel dato della media europea, con una crescita zero negli ultimi tre mesi dell'anno dopo il +0,4% nel trimestre estivo. Ma conferma il legame stretto della manifattura italiana con i destini dell'economia tedesca, che chiude il suo secondo anno consecutivo di recessione con un -0,2% nel trimestre ottobre-dicembre. Entrambe le economie vedono aumentare il tasso di disoccupazione, in Italia di tre decimali al 6,2%, dopo anni di minimo record comune a tutta l'area euro.

La stagnazione, poi, mette l'Italia, fino a pochi mesi fa indicata da qualcuno come nuovo motore economico europeo, fra i Paesi dove la ripresa resta debole, come la Francia il cui -0,1% nel trimestre è il segnale di come la crisi politica nelle due maggiori economie europee stia provocando uno stallo anche economico. E nonostante un Pnrr che doveva servire a colmare i 'gap', è evidente lo stacco fra Germania, Francia e Italia da una parte, e il 'turbo' delle economie del Sud più ancorate ai servizi come Spagna, che chiude il 2024 con un +3,2% dopo un quarto trimestre a +0,8%, e il Portogallo con il suo +1,9% dell'intero 2024.

Dall'esecutivo non arrivano commenti, mentre l'opposizione ha gioco facile: "Siamo in stagnazione", dice il capogruppo Pd in commissione Bilancio Ubaldo Pagano. "Disastro" causato da "politiche economiche fallimentari" secondo il vicepresidente M5s Mario Turco.

Confcommercio sottolinea che "senza nuovi impulsi favorevoli sarà molto difficile raggiungere un traguardo di incremento del Pil attorno all'1% nell'anno in corso": i consumi sono ancora negativi nonostante migliori la fiducia fra le famiglie. La spinta alla crescita, con gli investimenti delle imprese negativi nonostante la spinta del Pnrr, resta in mano alla spesa pubblica e all'export, su cui grava l'incognita dei dazi di Trump: diventano sempre più vitali le aperture personali del tycoon alla premier italiana. L'Istat indicherà successivamente lo 'spaccato' del Pil italiano nel 2024.

Per il mese di novembre, il +0,6% di fatturato dell'industria - mese su mese - fa intravedere luce in fondo al tunnel, mentre il -0,6% dei servizi indica una battuta d'arresto. Ma gli indici Pmi di dicembre, che guardano 'avanti', dicono il contrario: industria ancora in negativo dopo quasi due anni di recessione e un terziario che torna in crescita. Con la Bce che allenta i tassi, se i prezzi energetici non faranno scherzi, l'Europa ora spera che il manifatturiero abbia toccato il fondo. Purché non arrivino i dazi Made in Usa e l'instabilità geopolitica a mettere i bastoni fra le ruote.

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