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Ucraina: l'Europa per una pace giusta. Zelensky: 'Accordo su terre rare pronto per essere firmato'

Ucraina: l'Europa per una pace giusta. Zelensky: 'Accordo su terre rare pronto per essere firmato'

Il piano di Gran Bretagna e Francia prevede i 'volenterosi' sul terreno. Von der Leyen: 'Riarmiamoci'

LONDRA, 03 marzo 2025, 00:24

Alessandro Logroscino

ANSACheck
Macron, Starmer e Zelensky © ANSA/AFP

Macron, Starmer e Zelensky © ANSA/AFP

Una pace "giusta" e a mano armata di cui l'Europa - o almeno "una coalizione di volenterosi" europei - è disposta ad assumersi "il grosso del peso"; ma a patto di ritrovare l'appoggio degli Usa anche nella nuova era di Donald Trump. E' questo il messaggio pro Kiev partorito dal vertice a 16 di Londra, a mo' di risposta (per ora interlocutoria) degli alleati agli strappi del grande fratello d'oltre oceano. Messaggio che si traduce in una nuova bozza di piano per l'Ucraina promossa da Regno Unito e Francia, con il coinvolgimento di Kiev e magari di un paio di altri Paesi europei al momento imprecisati. E destinata nelle intenzioni ad accrescere il ruolo politico del vecchio continente, ma anche i costi a suo carico, in vista del dopoguerra nella speranza che questo possa bastare all'amministrazione Trump.

 

Zelensky, Starmer e Macron

 

In serata, Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che "l'accordo sulle terre rare è pronto per essere firmato". Lo riportano il Guardian e la Bbc. Interrogato dai giornalisti sul suo viaggio alla Casa Bianca il presidente ucraino ha parlato della difficoltà di condurre trattative delicate in pubblico, precisando che quel formato "non era giusto", poiché "i nemici possono trarre vantaggio" da eventuali disaccordi tra alleati. Zelensky ha quindi precisato di non voler parlare dell'alterco, ma di voler invece passare a colloqui "costruttivi" sul futuro. "Se siamo costruttivi, il risultato positivo arriverà", ha affermato. Il leader ucraino, ha insistito sul fatto che parlerà di nuovo con Trump se sarà "invitato a risolvere i veri problemi". Tuttavia, quando gli è stato chiesto se sarebbe tornato alla Casa Bianca per "cercare di provare di nuovo" ad ottenere un chiaro sostegno dagli Stati Uniti, Zelensky ha risposto di non essersi "recato negli Usa per provare", ma invece per risolvere i problemi. "Ho viaggiato in treno per 12 ore, poi per 11 ore ho preso l'aereo perché il presidente degli Stati Uniti mi ha invitato. Gli Stati Uniti sono uno dei nostri principali partner e per me è una dimostrazione di rispetto essere alla Casa Bianca quando il presidente degli Stati Uniti mi invita", ha sottolineato.

Al vertice di Londra., la mossa predisposta dal padrone di casa Keir Starmer di fronte allo tsunami geopolitico simboleggiato dall'umiliazione inferta venerdì alla Casa Bianca al presidente ucraino Volodymyr Zelensky è planata inattesa sul vertice euroatlantico ospitato dal primo ministro britannico a Lancaster House, sotto un cielo londinese insolitamente sereno. Argomento di dibattito di un tavolo attorno al quale si sono accomodati, in un formato ad assetto variabile del tutto inedito, i leader di 16 Paesi Ue ed extra Ue, fra cui, per l'Italia, Giorgia Meloni, oltre ai vertici dell'Unione e dell'Alleanza Atlantica. "Siamo di fronte a una sfida generazionale e a un momento unico per la sicurezza dell'Europa", ha esordito il premier dell'isola della Brexit cercando di dare un tono solenne alla sua oratoria in genere grigia: affiancato plasticamente da un lato dal presidente francese Emmanuel Macron e dall'altro da Zelensky (abbracciato a ripetizione e ricevuto con tutti gli onori anche da re Carlo, come a risarcirlo del trattamento incassato a Washington). Ossia dai due co-sponsor di questo piano in fieri.

 

Piano che come premessa include l'appello - svelato da Macron in un'intervista al Figaro - per "una tregua di un mese" a livello di attacchi aerei, navali e contro "le infrastrutture elettriche" dell'Ucraina. Mentre in prospettiva indica 4 obiettivi fondamentali: consolidare la posizione dell'Ucraina (attraverso il rilancio degli aiuti militari e il mantenimento della pressione economica su Mosca); arrivare a un cessate il fuoco che sia precondizione di una pace "giusta e duratura"; tutelare "la sovranità" del Paese invaso; delineare uno schema di garanzie adeguate per la sicurezza di Kiev tale da esprimere un credibile potenziale dissuasivo verso la Russia.

La premier Meloni al vertice a Londra sull'Ucraina

 

"Abbiamo concordato - ha spiegato Starmer - che il Regno Unito, assieme alla Francia e possibilmente a uno o due altri Paesi, lavorino con l'Ucraina su un piano per mettere fine ai combattimenti da discutere poi con gli Stati Uniti". "Un passo nella giusta direzione - ha assicurato - che non vuole escludere nessuno. Ma che risponde alla necessità di agire rapidamente, in modo più agile", dando vita a "una coalizione di volenterosi". Definizione non esattamente di buon auspicio, se si considera che venne ideata a suo tempo dall'amministrazione neocon americana di George W. Bush per etichettare quei governi disposti a seguire gli Usa (e la Gran Bretagna di Tony Blair) nell'avventura dell'invasione dell'Iraq a costo di spaccare allora l'Europa. Ma a descrivere l'intenzione di sir Keir di porsi stavolta alla testa di un fronte europeo pro-Ucraina, nonché di fare da "ponte" con il vitale alleato d'oltre oceano.

 

 

Video Vertice di Londra, Starmer: 'Momento importante per la sicurezza dell'Europa'

"Dobbiamo riarmarci", ha fatto poi eco la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Mentre Meloni, in sintonia con Starmer sulla necessità di preservare a ogni costo il legame transatlantico e "l'unità dell'Occidente", ha derubricato l'iniziativa anglo-francese a uno "spunto" interessante. Non senza sollevare obiezioni sull'ipotesi di uno schieramento futuro in Ucraina di peacekeeper europei, già bollato da Mosca alla stregua di un atto "di guerra"; e insistere semmai sull'esigenza di un vertice d'emergenza Usa-Ue (spalleggiata dal polacco Donald Tusk). "Abbiamo bisogno dell'Italia al nostro fianco", ha chiosato Macron, intervistato dal Foglio, raccogliendo intanto con Starmer il "grazie" del cancelliere entrante tedesco Friedrich Merz.

 

Video Ucraina, bilaterale Meloni-Zelensky a Londra

 

 Resta d'altronde da chiarire se, e a quali condizioni, Trump - i cui uomini non cessano d'intimare al 'reprobo' Zelensky di accettare un negoziato aperto anche alla Russia di Vladimir Putin - possa tornare a bordo, al di là delle promesse di un maggiore impegno europeo nella ripartizione delle spese belliche in seno alla Nato. Promesse riemerse a Londra con l'indicazione di Macron di un incremento graduale dei bilanci "europei" per la difesa fino a una media "fra il 3 e il 3,5% del Pil" di ciascuno Stato. E più in concreto sulla scia degli ultimi annunci britannici: dal prestito di 2,7 miliardi di euro da spendere in armi per Kiev e rimborsare con i profitti di asset russi congelati; allo sblocco a fini anche militari di un fondo pubblico da 30 miliardi destinato in origine a finanziare solo infrastrutture civili; sino agli ulteriori 2 miliardi di euro messi sul piatto giusto oggi da Starmer per rafforzare la difesa aerea ucraina con "5000 missili".

Video Torino, manifestazione pro-Ucraina: 'L'Europa si deve svegliare'
   

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