Dare "ampia trasparenza" rispetto
alle difficoltà estimative delle aziende sottoposte a misure di
prevenzione, nonché "definire prassi operative consolidate per
la loro valorizzazione", affinché abbiano maggiore attendibilità
le stime effettuate e vi sia "maggiore garanzia sia per i
professionisti chiamati alla gestione temporanea dei beni, sia
per i potenziali acquirenti". E' l'intento con cui è stato dato
alle stampe il documento 'Linee guida per la valutazione di
aziende sequestrate e confiscate' del Consiglio nazionale dei
commercialisti, realizzato in collaborazione con Sidrea, la
Società italiana dei docenti di ragioneria e economia aziendale.
Nell'introduzione, i consiglieri nazionali dell'Ordine Raffaele
Marcello Valeria Giancola e Giuseppe Tedesco sottolineano come
il Codice antimafia, riformato nel 2017, "abbia introdotto
alcune disposizioni volte a disciplinare l'amministrazione e la
destinazione dei beni e delle aziende sottoposte a provvedimenti
di sequestro e confisca. Disposizioni dalle quali emergono le
difficoltà connesse al processo di legalizzazione". Ad esser poi
evidenziati i "tempi drammaticamente lunghi tra il provvedimento
di sequestro e quello di confisca definitiva (in media 8 anni
secondo alcune indagini empiriche) che determinano una prima
dispersione di valore del complesso aziendale. Durante questo
ampio arco temporale, inoltre, le aziende sottoposte a misure di
prevenzione sono gestite da amministratori giudiziari i quali
sono chiamati al difficile compito di conservare e custodire il
valore aziendale, per garantire la continuità sul mercato delle
stesse entità", si chiude la nota dei commercialisti.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA