Non si ferma la protesta contro la
realizzazione della centrale di compressione a Case Pente:
davanti ai cancelli dell'area di passaggio del cantiere, dove la
Snam ha acquisito la servitù per i lavori di realizzazione della
centrale e del metanodotto, gli ambientalisti hanno piantato
questa mattina un albero di ulivo divenuto simbolo di una
protesta alla quale hanno preso parte anche rappresentanti dei
coordinamenti regionali e della capitale.
A fare da cornice alla piantumazione dell'albero di ulivo un
flash mob. "Hanno tagliato in maniera illegale oltre 300 alberi
come pure il cantiere va avanti in maniera illegale"- ha
ribadito Mario Pizzola, portavoce del comitato. Una realtà che
non giustifica l'utilizzo di 2 miliardi e 500 milioni di euro
del Pnrr per un'opera "di cui se ne può fare a meno" e che
invece, sottolinea Pizzola "avrebbero potuto essere investiti
per la produzione di energia pulita creando posti di lavoro
senza distruggere l'ambiente".
"Gli ulivi che insistono nell'area interessata dai lavori
della centrale di Sulmona sono poco più di 60 e, ove questo non
infici prioritarie esigenze di sicurezza, non saranno destinati
all'abbattimento bensì all'espianto e al successivo reimpianto"-
precisano dalla Snam, ribadendo l'assoluta legalità dell'opera.
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