Lo scrive l'agenzia di stampa Tap, precisando che l'udienza è iniziata senza che i nove imputati detenuti venissero portati in tribunale, ma con la presenza solo di quelli liberi che hanno deciso di presentarsi. Ciò è avvenuto in seguito alla decisione del tribunale di tenere le udienze a distanza, decisione respinta dagli imputati, dagli avvocati della difesa e da molti altri attivisti politici e della società civile. L'aula del tribunale era affollata di avvocati, politici, rappresentanti di vari partiti politici, organizzazioni, nonché media locali e stranieri, il tutto in mezzo a rigide misure di sicurezza attorno all'edificio del tribunale. Per l'occasione è stata organizzata una manifestazione di sostegno, in cui i partecipanti hanno chiesto un processo pubblico con gli imputati detenuti in aula. i manifestanti hanno scandito slogan che chiedono un "processo equo e l'indipendenza giudiziaria". Le famiglie dei detenuti hanno espresso un "rifiuto categorico" della decisione di tenere il processo da remoto. Il "Coordinamento delle famiglie dei detenuti politici" ha chiesto la trasmissione in diretta delle udienze sui media pubblici "in modo che tutti possano seguire i dettagli del processo in piena trasparenza". Partiti politici, associazioni per i diritti umani e della società civile hanno rilasciato dichiarazioni in cui hanno respinto la decisione di tenere le udienze da remoto, ritenendola una "palese violazione dei principi di un giusto processo". Il comitato di difesa ha sottolineato in un comunicato che il tribunale di Tunisi ha deciso di svolgere le prime udienze con gli imputati detenuti in videoconferenza in questo procedimento penale fino a quando l'intera questione non sarà risolta, secondo una nota inviata all'ordine degli avvocati regionale di Tunisi. Il tribunale ha basato la sua decisione sulle disposizioni dell'articolo 73 della legge antiterrorismo e antiriciclaggio e dell'articolo 141 bis del codice di procedura penale, che consente di condurre un processo da remoto.
(ANSAmed).
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