"Forti preoccupazioni" per le conseguenze dei dazi statunitensi sono quelle che ieri hanno spinto i rappresentanti dell'industria automotive a chiedere a Bruxelles una riduzione dei dazi da entrambe le parti come parte di una soluzione negoziata. E' quanto riferisce la Commissione europea in una nota all'indomani dei colloqui con i rappresentanti del settore, assicurando che si tratta di un percorso a cui l'esecutivo Ue "rimane impegnato".
I partecipanti hanno anche condiviso le loro opinioni sulla possibilità che l'Europa e gli Stati Uniti riducano le barriere non tariffarie in modo reciprocamente vantaggioso, incoraggiando la Commissione europea a proseguire "nell'attuazione del suo programma di competitività, in particolare accelerando le azioni previste dal piano d'azione per l'automotive", si legge nella nota.
Dopo il confronto di ieri con i rappresentanti dell'acciaio e dell'alluminio e dell'automotive, oggi la presidente Ursula von der Leyen incontrerà in videoconferenza gli industriali del pharma.
"L'Unione europea deve liberare la forza creativa delle imprese soffocata dal sistema regolatorio: chiederemo all'Ue una misura shock anche per sospendere alcune delle regole folli del 'green deal' che ha condannato alla decadenza il sistema delle imprese". Lo afferma il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso.
"L'Italia presenterà le sue proposte e per quanto si possa anche a livello bilaterale, cosa che tutti chiedono non a caso alla presidente del Consiglio Meloni di svolgere un ruolo di ponte, che non deve mai mancare soprattutto nei momenti più difficili", aggiunge Urso.
Con il presidente del Consiglio Meloni "stiamo preparando il confronto con le imprese nel primo pomeriggio, per realizzare insieme in maniera condivisa la nostra risposta" alla situazione creata dai dazi Usa "sul piano europeo, internazionale e sicuramente sul piano italiano, nel quale anche la Borsa di Milano è coinvolta".
"Un sistema di dazi zero tra le due sponde dell'Atlantico è difficile pensarlo oggi, ma quella deve essere la nostra visione strategica: non dividere l'Occidente ma riunirlo", aggiunge.
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