Una classe con ventitre alunni:
studenti, qualche pensionato, tecnici di aziende del settore.
Una cosa in comune: la passione. Si va in aula, ma anche in
mezzo ai filari. Perché non è una scuola qualsiasi: si insegna
come potare la vite.
Le lezioni sono cominciate ieri nella tenuta dell'azienda
Argiolas, a Serdiana. E domani sarà già tempo di esami: gli
"scolari" dovranno dimostrare di aver fatto propri consigli e
tecniche. Poi ci sarà un'altra lezione in primavera in
contemporanea con la crescita dei germogli.
Anche la Sardegna è diventata sede, la tredicesima in Italia,
della scuola di potatura di Marco Simonit. "Una bella esperienza
- spiega Francesco Deledda, tutor dei corsi, esperto della
materia - con allievi molto attenti e partecipi: si va dal
tecnico di aziende all'hobbysta che ha un terreno e vuole
produrre. C'è chi conosce già bene l'argomento e c'è chi parte
da zero".
Età media: 40-45 anni. Allievi che sentono l'importanza,
anche per il loro futuro, del ritorno alla terra. E si vogliono
preparare con cura. Per la parte scientifica c'è un partner
d'eccezione, l'Università di Sassari. "Parliamo molto - spiega
Deledda - della salute della pianta. Ma ci interessa molto anche
la produzione. Però facciamo capire che non c'è buona produzione
senza un buono stato di salute della pianta".
Si inizia con la parte teorica, seduti al calduccio in aula,
con approfondimenti sulla fisiologia e l'anatomia della vite, le
malattie del legno e attrezzature e tecniche. Ma poi si va in
campagna: tutti gli alunni intorno alla pianta per vedere e
toccare con mano, anzi con i guanti da lavoro, l'argomento
principale della lezione, la vite.
Importante anche la postura: in alcune scuole ci sono stati
anche corsi extra di ginnastica del potatore con esperti
specializzati. Il Metodo Simonit&Sirch, si legge nel sito, si
fonda su 4 regole base che possono essere applicate
universalmente: permettere alla pianta di crescere con l'età, di
occupare spazio col fusto e con i rami, garantire la continuità
del flusso della linfa, eseguire tagli di piccole dimensioni sul
legno giovane, poco invasivi; utilizzare la cosiddetta tecnica
"del legno di rispetto" per allontanare il disseccamento dal
flusso principale della linfa.
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