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La violenza del partner o in famiglia, l'incubo delle giovanissime

La violenza del partner o in famiglia, l'incubo delle giovanissime

L'indagine Terre des Hommes. Il 78% delle ragazze la teme. E poi c'è la richiesta di una vera educazione sessuoaffettiva a scuola

04 marzo 2025, 18:51

Redazione ANSA

ANSACheck
Un disegno di Emilio Vitelli (ANSA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un disegno di Emilio Vitelli (ANSA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il 78% delle ragazze teme di subire violenza in amore e in famiglia e il 56% ha paura che limitazioni maschiliste possano ostacolare la propria carriera lavorativa. È l'immagine delle giovani e giovanissime che restituisce l'Osservatorio Indifesa realizzato da Terre des Hommes e da Scomodo che, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, ha raccolto la voce di oltre 2.900 ragazze.

Tra le under 26, il 40% delle ragazze intervistate individua nelle relazioni amorose l'ambito in cui è più probabile subire una violenza. Un altro 38% indica anche la famiglia come luogo a rischio violenza. Queste percentuali salgono con il crescere dell'età: tra le ragazze di 26 anni o più, infatti, la famiglia, che in questa fascia d'età smette di essere quella di origine per diventare quella che ci si costruisce, raggiunge il 58%, diventando il luogo percepito come maggiormente a rischio violenza. Anche l'amore, con il 46%, è segnalato da più ragazze.

La stessa domanda sottoposta ai coetanei maschi ottiene risposte diverse: tra gli under 26 solo il 25% indica l'amore e il 30% la famiglia come potenziali scenari di violenza; tra i più grandi la famiglia è al 49% e l'amore al 34%. Un altro dato desta preoccupazione: a 1 under 26 anni su 5 non crea problemi che il partner acceda al proprio cellulare come forma di controllo. Anche se la maggior parte, il 79.5%, lo ritiene inaccettabile, rimane una piccola percentuale, l'%, che l'apprezza come fosse una forma di rispetto.

Con il crescere dell'età, tuttavia, aumenta la consapevolezza che tale pratica sia inaccettabile: tra le ragazze di 26 anni o più l'88% non accetta questo controllo, al 12% non crea problemi e solo lo 0,35% lo considera una forma di rispetto. Anche in questo caso i coetanei maschi hanno un'opinione diversa: per il 30% dei minori di 26 anni e il 22% degli over 26 il controllo del cellulare non è un problema e per il 5,5% dei più giovani e il 2,5% dei più grandi è addirittura una forma di rispetto.

Non sono solo le relazioni personali e sentimentali a preoccupare le ragazze e ad essere condizionate dal genere di appartenenza: anche la carriera lavorativa che scelgono di intraprendere risente del loro essere donne. Più della metà (56%) delle ragazze intervistate ritiene che stereotipi e retaggi culturali retrogradi e maschilisti possano limitare le proprie scelte riguardati studio e carriera. Percezione che aumenta solo leggermente con l'età: tra le ragazze di 26 anni o più lo pensa il 58%. Questo rischio pesa ancora di più (al 65% tra gli under 26 e al 68% tra gli over) tra chi si dichiara non binario, ma molto meno tra i maschi (25,5% sotto i 26 anni, 28% per i 26 anni o più).

Le ragazze credono fortemente nell'importanza dell'educazione sessuo-affettiva a scuola. Il 95% delle under 26 ritiene che possa essere utile a limitare la violenza di genere, con il 60% che ne è assolutamente convinta e il 35% che pensa la possa prevenire in parte. E ne sono convinti anche il 91,5% dei coetanei maschi e l'89% delle persone non binarie.

Terre des Hommes Italia si fa portavoce della richiesta di inserire l'educazione sessuo-affettiva nelle scuole. "È dai programmi di educazione che dobbiamo partire per scardinare la cultura patriarcale in cui viviamo e che sta facendo crescere generazioni di giovani donne che temono le sfere della vita che più dovrebbero dare sicurezza e soddisfazione: l'amore, la famiglia e la carriera lavorativa", afferma il direttore generale Paolo Ferrara.

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