Non solo montaggi meccanici
qualificati per l'industria del packaging, ora al carcere di
Bologna, grazie al progetto Fid - Fare impresa in Dozza - i
detenuti potranno acquisire competenze nel settore lattiero
caseario e impegnarsi nella produzione di formaggi.
L'impresa sociale, avviata all'interno del carcere nel 2013,
si amplia grazie all'ingresso nella compagine societaria di
Granarolo. Fid è frutto di un'iniziativa congiunta di esponenti
del mondo industriale e sociale bolognese, tra cui Alberto
Vacchi, presidente e ad di Ima, Isabella Seràgnoli, presidente
di Gd e Maurizio Marchesini, presidente di Marchesini Group;
vede la partecipazione anche di Faac e da oggi di Granarolo.
Il progetto prevede una vera e propria impresa produttiva in
carcere, con i detenuti impegnati nelle lavorazioni per la
fornitura di componenti alle aziende socie (nella formazione
tecnica è coinvolta anche la Fondazione Aldini Valeriani),
favorendo così il loro reinserimento sociale e lavorativo una
volta scontata la pena.
"L'adesione di un'impresa di rilievo nazionale come Granarolo
rappresenta un segnale concreto di fiducia e speranza - dice il
presidente di Fid, Maurizio Marchesini - una scelta che
testimonia come il mondo produttivo possa contribuire in modo
significativo non solo alla crescita economica, ma anche alla
costruzione di sempre nuovi percorsi di reinserimento e dignità
attraverso il lavoro".
Finora, infatti, sono state formate e occupate oltre 70
persone, contribuendo a ridurre drasticamente il rischio di
recidiva. Alla Dozza, in passato era già attivo un piccolo
caseificio, ormai fermo da cinque anni. Con l'ingresso di
Granarolo in Fid, quegli impianti potranno rimettersi in
funzione. "Abbiamo scelto di entrare in Fid, riavviando la
produzione lattiero casearia all'interno del carcere, perché
crediamo che l'impresa debba assumersi la responsabilità di
contribuire a una società più inclusiva - conclude Gianpiero
Calzolari, presidente di Granarolo - Coinvolgeremo alcuni dei
nostri più importanti clienti nel progetto relativo alla
commercializzazione dei prodotti. Offrire una seconda
possibilità attraverso il lavoro è un dovere civile prima ancora
che un'opportunità".
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