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Granarolo entra nell'impresa sociale in carcere a Bologna

Granarolo entra nell'impresa sociale in carcere a Bologna

I detenuti potranno lavorare anche nel settore caseario

BOLOGNA, 07 aprile 2025, 15:08

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Non solo montaggi meccanici qualificati per l'industria del packaging, ora al carcere di Bologna, grazie al progetto Fid - Fare impresa in Dozza - i detenuti potranno acquisire competenze nel settore lattiero caseario e impegnarsi nella produzione di formaggi.
    L'impresa sociale, avviata all'interno del carcere nel 2013, si amplia grazie all'ingresso nella compagine societaria di Granarolo. Fid è frutto di un'iniziativa congiunta di esponenti del mondo industriale e sociale bolognese, tra cui Alberto Vacchi, presidente e ad di Ima, Isabella Seràgnoli, presidente di Gd e Maurizio Marchesini, presidente di Marchesini Group; vede la partecipazione anche di Faac e da oggi di Granarolo.
    Il progetto prevede una vera e propria impresa produttiva in carcere, con i detenuti impegnati nelle lavorazioni per la fornitura di componenti alle aziende socie (nella formazione tecnica è coinvolta anche la Fondazione Aldini Valeriani), favorendo così il loro reinserimento sociale e lavorativo una volta scontata la pena.
    "L'adesione di un'impresa di rilievo nazionale come Granarolo rappresenta un segnale concreto di fiducia e speranza - dice il presidente di Fid, Maurizio Marchesini - una scelta che testimonia come il mondo produttivo possa contribuire in modo significativo non solo alla crescita economica, ma anche alla costruzione di sempre nuovi percorsi di reinserimento e dignità attraverso il lavoro".
    Finora, infatti, sono state formate e occupate oltre 70 persone, contribuendo a ridurre drasticamente il rischio di recidiva. Alla Dozza, in passato era già attivo un piccolo caseificio, ormai fermo da cinque anni. Con l'ingresso di Granarolo in Fid, quegli impianti potranno rimettersi in funzione. "Abbiamo scelto di entrare in Fid, riavviando la produzione lattiero casearia all'interno del carcere, perché crediamo che l'impresa debba assumersi la responsabilità di contribuire a una società più inclusiva - conclude Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo - Coinvolgeremo alcuni dei nostri più importanti clienti nel progetto relativo alla commercializzazione dei prodotti. Offrire una seconda possibilità attraverso il lavoro è un dovere civile prima ancora che un'opportunità".
   

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