Mancano due settimane alle
elezioni comunali che domenica 25 e lunedì 26 maggio
sceglieranno a Ravenna il successore di Michele de Pascale, che
ha terminato anzitempo il suo mandato per diventare presidente
della Regione Emilia-Romagna. I candidati sindaco sono sette,
sostenuti da 18 liste e se nessuno raggiungerà il 50% ci sarà il
ballottaggio l'8 e 9 giugno.
I favori del pronostico sono tutti per Alessandro Barattoni,
41 anni, segretario dal Pd ravennate dal 2017 e sostenuto da una
coalizione in versione campo larghissimo, che sostanzialmente,
ricalca quella che ha sostenuto de Pascale alle regionali. Al
suo fianco ci sono le liste di Pd, Avs, M5s, Pri, la lista
civica Ama Ravenna e Progetto Ravenna, un rassemblement formato
da Iv, Azione, +Europa e Socialisti. Nel Comune di Ravenna alle
regionali dello scorso autunno de Pascale prese il 58%, quindi
per il centrosinistra ravennate ogni risultato diverso da una
vittoria al primo turno sarebbe una cocente delusione.
Anche perché il centrodestra si presenta all'appuntamento
elettorale diviso. Fratelli d'Italia ha deciso di puntare su
Nicola Grandi, assicuratore, 55 anni, consigliere uscente, che
ha raccolto il sostengo di Forza Italia e della civica Viva
Ravenna, ma non della Lega che ha invece deciso di puntare su
Alvaro Ancisi. Ancisi ha 85 anni e dal 1966 siede sui banchi del
consiglio comunale, quasi sempre all'opposizione. In area
centrodestra c'è anche la storica lista civica 'La Pigna' che
torna a puntare sulla consigliera comunale Veronica Verlicchi.
La sua candidatura ha provocato un'ulteriore spaccatura nella
Lega, ricevendo il sostegno del capogruppo in consiglio comunale
Nicola Rolando, sconfessato dai vertici locali del Carroccio.
Completano il quadro delle candidature Marisa Iannucci
(Potere al Popolo, Rifondazione comunista, Ravenna in Comune e
Pci), Giovanni Morgese (Democrazia Cristiana) e Maurizio
Miserocchi (Ravenna al Centro).
Oltre a Ravenna, sono appena quattro i Comuni in
Emilia-Romagna che andranno al voto il 25 e il 26 maggio: un
numero piuttosto esiguo rispetto al solito, che dipende dal
fatto che le amministrazioni che sono state rinnovate
nell'autunno del 2020 (in piena pandemia) sono state prorogate
alla primavera 2026. I Comuni che sono chiamati alle urne sono
così quelli nei
quali c'è stata una fine anticipata del mandato.
Si tratta di quattro Comuni con meno di 15mila abitanti
quelli, cioè, dove non è previsto il ballottaggio e dove il
candidato che prenderà il maggior numero di voti sarà eletto
sindaco indipendentemente dalla percentuale. Si vota a Bertinoro
(Forlì-Cesena), San Prospero (Modena), Varano de' Melegari e
Fontevivo (Parma).
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