BRUXELLES - "Sui dazi dobbiamo stare uniti in Europa per strappare un accordo positivo". Lo ha detto Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, intervenendo al convegno "Building a circular economy for a Sustainable and Competitive Europe, al Parlamento europeo.
"Stiamo dicendo con forza che su tutte le politiche industriali che stiamo facendo serve andare uniti, è impensabile non andare uniti sulla negoziazione sui dazi ed è impensabile non andare uniti nel pensare il mercato unico europeo dell'energia e non andare uniti sul mercato dei capitali", ha continuato. "L'Europa, se fa l'Europa, deve essere l'Europa", ha affermato. "Noi crediamo nell'Europa dei vaccini e quella deve essere alla via perché solo insieme possiamo avere più forza", ha sottolineato Orsini. "Poi è vero che all'interno ci sono alcuni Stati che hanno meno interesse perché magari esportano meno, però sarebbe molto miope pensare di dividerci", ha detto nel suo appello.
"Se siamo riusciti a dimostrare che senza alcun vincolo della tecnologia siamo andati avanti nell'economia circolare, lo stesso dobbiamo fare nell'automotive: dobbiamo togliere il vincolo tecnologico e andare verso la neutralità tecnologica", ha detto spostando il discorso sulle nuove regole per le emissioni dei veicoli leggeri. "Altrimenti perdiamo competitività", ha continuato.
"L'economia circolare è un vanto italiano di competitività per tutto il mondo", ha detto ancora rimarcando che "l'iIndustria italiana e quella europea sono vicine all'ambiente".
In caso di guerra dei dazi in Italia, per un Paese che è quarto Paese esportatore al mondo come l'Italia, Confindustria esprime preoccupazione. "Su questi temi l'Europa ovviamente deve essere compatta e unita per poter negoziare immediatamente", ha detto. Orsini lamenta "norme che sono peggio dei dazi e comunque incombono sui nostri produttori", ha detto.
L'ex presidente di Confindustria e presidente di Seda International Packaging Group ha affermato che "sul fronte dell'economia circolare c'è molto da fare". "Tuttavia dobbiamo essere molto attenti alle conseguenze di un eccesso di regolamentazione che può portare a un'economia circolare negativa", ha insistito. "Con troppi divieti molti investimenti e molti posti di lavoro spariranno", ha detto. "C'è una crisi strutturale dell'industria in Europa e questo preoccupa tutti molto: ma c'è solo una cosa che ci conforta. Abbiamo un solo vantaggio competitivo: l'unico settore in cui siamo leader è l'economia circolare che ha fatto calare le emissioni. Dobbiamo continuare su questa strada per un economia forte e un pianeta migliore".
Il ministro dell'Energia, Gilberto Pichetto Fratin, auspica "regole più semplici e più chiare europee per tutti i 27 Paesi". "È nostro interesse avere massima semplicità a tutela dei cittadini e delle imprese", ha detto nel suo intervento durante il convegno. "Ora è cambiato il modello economico al livello mondiale: ci sono guerre in Europa, momenti difficili nel Mediterraneo. Ora tutto va adattato alla nuova realtà fuori dall'Europa: questo non vuol dire mettere in discussione gli obiettivi climatici, pensiamo al riscaldamento del mare", ha detto ancora. "Ma serve adeguare il percorso europeo con il passo dei singoli Paesi: bisogna avere obiettivi ambiziosi ma non ideologici", ha insistito.
"Nel settore dell'economia circolare il Governo e il mondo produttivo hanno obiettivi comuni e strategie compatibili da coordinare", ha sottolineato. "Anche a Bruxelles ho sempre sostenuto con determinazione le ragioni delle aziende italiane in tutti i campi, fra cui quello dell'economia circolare: con il doveroso impegno politico messo in campo a difesa degli interessi del nostro Paese, siamo riusciti a imporre modifiche sostanziali al regolamento imballaggi, settore in cui il nostro Paese è laboratorio di eccellenze a livello europeo", ha proseguito.
"Siamo convinti che sia necessario un maggiore chiarimento normativo per garantire la comparabilità, la replicabilità e l'armonizzazione dei requisiti tecnici per i sottoprodotti, le materie prime secondarie, i criteri di fine vita e i criteri ambientali minimi per gli appalti pubblici circolari: ci siamo fatti perciò promotori del riconoscimento reciproco di queste definizioni tra i Paesi dell'Ue, nonché di regole più semplici e procedure di autorizzazione snellite per le materie prime critiche", ha affermato.
Passi che seconddo Pichetto Fratin "sono essenziali per ridurre la dipendenza dell'Europa da Paesi terzi e garantire una fornitura stabile di materiali essenziali per le tecnologie verdi, come le batterie e i pannelli solari". "Una politica industriale efficace dovrà integrare misure per creare nuove catene di approvvigionamento delle materie prime e un mercato europeo delle materie prime seconde, supportare l'innovazione nei processi di riciclaggio e promuovere una cultura imprenditoriale che abbracci pienamente la sostenibilità e l'economia circolare", ha aggiunto. "Gli sforzi dell'Italia in corso in tutti questi settori dimostrano che condividiamo con le aziende del nostro Paese una identica visione di sviluppo sostenibile e siamo pronti a rafforzare la nostra collaborazione per promuovere l'innovazione, la gestione sostenibile delle risorse e la circolarità in tutta Europa", ha concluso.
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