'''Di situazioni tragiche da raccontare ce ne furono a migliaia, meglio allora pensare a quelle belle. Quando restituimmo ai legittimi proprietari le roulotte che avevamo requisito dopo le scosse di settembre, i friulani che le avevano occupate lasciarono all'interno un mazzo di fiori per ringraziare. Un gesto semplice ma bello che testimonia il clima di quei mesi''. Questo il ricordo di Giuseppe Zamberletti, classe 1933, 'padre' della Protezione civile, Commissario straordinario per il sisma in Friuli nel 1976, quando venne intervistato in occasione dei 40 anni del terremoto.
''Mi ricordo che ricevetti la telefonata di Aldo Moro la mattina del 7 maggio - raccontò Zamberletti -. 'Guarda la situazione in Friuli è molto più grave del previsto. D'accordo con Francesco Cossiga (Ministro degli Interni) ti abbiamo nominato Commissario straordinario'. Nel pomeriggio, con un volo da Ciampino ero già a Campoformido e poche ore dopo sul luogo del disastro''.
L'ex Commissario straordinario si commosse nel ricordare quei giorni e i protagonisti di quella ricostruzione. ''Su tutti il presidente della Regione, Antonio Comelli - disse Zamberletti - una persona ferma, decisa, determinata, ma gentilissima nei modi. Insomma un amministratore a tutto tondo, una persona che conosceva nel profondo il suo popolo, con il quale sono subito andato d'accordo''.
Zamberletti confermò lo straordinario ruolo dei sindaci ''che furono il motore della ricostruzione'', afferma, mentre esalta il ruolo della Brigata alpina Julia. ''Quando decidemmo di trasportare centinaia di migliaia di residenti nelle località di Grado, Lignano, Bibione e Caorle, nelle varie riunioni dovetti portare con me il Generale comandante della Julia. I friulani credettero più a lui che a me. Fu così che li convincemmo a lasciare le loro terre fino alla primavera successiva''.
E altri ricordi: ''A Natale 1976 feci una visita agli anziani e ai giovani che avevamo traslocato nelle località di villeggiatura. Una vecchietta a Lignano mi venne incontro con un tappeto: ''Le ho ricamato il castello di Gemona com'era prima del terremoto - mi disse - lei non lo ha potuto vedere e noi non lo rivedremo più''. Mentendo dissi di non preoccuparsi che il castello lo avremmo ricostruito - rise soddisfatto Zamberletti -. Avevo mentito, ma dopo tanti anni quella menzogna è diventata verità'', concluse.
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