Che il vento giudiziario fosse cambiato lo si era intuito e sembravano provarlo le varie indiscrezioni trapelate. Poi ieri la Procura con una nota stringata ma efficace, lo aveva sancito parlando di una "profonda rivalutazione" sulla scorta della perizia medico-legale (già letta dal procuratore facente funzioni Federico Frezza).
Oggi, dopo la comunicazione del nuovo pm del caso, Ilaria Iozzi, che la perizia era stata depositata gli avvocati hanno potuto leggere o almeno visionare la corposa e complessa consulenza. E il caso di Liliana Resinovich dopo tre anni viene ribaltato. Confutata la tesi del suicidio che tanto scetticismo aveva suscitato, la relazione parla del coinvolgimento di terzi; e la scelta di finirla diventa invece omicidio. La consulenza, commissionata nel gennaio 2024, dopo rinvii, è giunta nella notte tra venerdì e sabato. Porta la firma della antropologa Cristina Cattaneo, dei medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone e dell'entomologo Stefano Vanin. I quesiti posti erano stabilire la data della morte di Liliana (la prima perizia la indicò 48-60 ore prima del rinvenimento) e la natura di segni e lesioni sul corpo.
Questi ultimi fanno pensare a un intervento di terzi, che poi ne avrebbero causato la morte. Per soffocamento, più probabilmente per strangolamento: asfissia meccanica. Liliana sarebbe stata presa alle spalle e messa nelle condizioni di non poter reagire, colpita al volto e poi strangolata, con una torsione brusca del collo, una compressione con l'avambraccio che avrebbe causato anche la frattura a una vertebra. Uccisa lo stesso giorno in cui è scomparsa, il 14 dicembre 2021. Rimane forse un quesito: il cadavere è stato trovato il 5 dicembre 2022 nel boschetto dell'ex Opp, poco distante da casa. E' stato lì per oltre venti giorni? La perizia comunque non parla di congelamento del corpo. Forse proprio per queste incertezze gli esperti auspicano nuove, specifiche indagini. Oggi è intervenuto l'avv. Nicodemo Gentile, legale di Sergio Resinovich, il fratello di Liliana.
"Tanta desolazione e tanta amarezza", "per affermare l'evidente abbiamo dovuto impiegare oltre tre anni". Ma ora "inizierà un nuovo corso". "Il tempo perso sarà recuperato dagli importanti professionisti della Procura e presto avrà un nome e un cognome chi l'ha bestialmente aggredita". E chissà che non sia imminente l'iscrizione nel registro degli indagati di alcuni protagonisti. Ieri, quando le indiscrezioni erano tali da solidificarsi in anticipazioni, sembrava che tutti non vedessero l'ora di essere indagati, come avevano detto ai microfoni delle varie trasmissioni alle quali con assidua frequenza partecipano. Il marito di Liliana, Sebastiano Visintin, aveva affermato che "tutte le persone che hanno ruotato attorno alla vita di Liliana devono essere sentite": familiari, vicini di casa e lui stesso.
"Chiedo di essere sentito, non ho niente da nascondere". Altrettanto aveva detto l'antagonista, il presunto amante, il più che ottuagenario Claudio Sterpin: "Si conferma una cosa che ho detto tre anni fa. Liliana non poteva essersi suicidata con i programmi che avevamo in comune". "Non ho nessun problema a essere indagato, assieme a un'altra decina di persone", che "sono parte in causa".
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