Priorità alla legge per l'aumento
del numero di assessori, poi, eventualmente, il via libera
all'introduzione dei sottosegretari regionali.
Queste le linee
guida che il presidente di Regione Liguria, Marco Bucci, ha
esposto durante la prima discussione dell'aula sulla modifica
allo statuto regionale che consentirebbe l'introduzione dei
sottosegretari. L'amministrazione ne vorrebbe "fino a quattro",
ma sarebbe disposta a ridurne drasticamente il numero nel caso
in cui da Roma dovesse arrivare l'ok all'allargamento della
giunta.
"A noi interessa avere più persone che facciano l'esecutivo - ha
detto Bucci in aula, al termine di un'accesa discussione - è un
tema bipartisan, perché il Pd ha lo stesso problema in Puglia.
Nella legge 17 c'è scritto che vogliamo che gli assessori siano
quelli previsti dalla legge nazionale. Abbiamo indicato fino a
quattro sottosegretari nel caso in cui non avessimo più
assessori. Le due strade sono in parallelo, non consequenziali".
"Vorrei avere 13 assessori, in Comune ne avevo 12 con la metà
degli abitanti della Liguria - ha aggiunto Bucci - non si fa in
funzione delle persone, ma in funzione di quello che c'è da fare
e non è detto che in una regione piccola ci sia meno da fare
rispetto a una regione grande. Abbiamo bisogno di persone che ci
aiutino a lavorare sulle nostre tre priorità: infrastrutture,
sanità e lavoro".
Infine, in risposta alle domande arrivate da parte del
consigliere Andrea Orlando (PD), Bucci ha risposto: "È la cosa
principale da fare? No. Le cose principali sono gli obiettivi:
infrastrutture, sanità e lavoro. È la cosa prioritaria? Sì,
perché è un mezzo. Quello che facciamo noi oggi non è un fine, è
un mezzo per raggiungere il fine. Come facciamo a raggiungerlo?
Potenziando l'esecutivo".
La proposta di legge regionale prevede la possibilità di
introdurre fino a quattro sottosegretari con il compito di
"coadiuvare il presidente nell'esercizio delle sue funzioni"
partecipando alle sedute della giunta, ma senza diritto di voto.
Potrebbero anche essere delegati a rispondere ad interrogazioni
e interpellanze dinanzi al consiglio regionale.
Il loro compenso
sarebbe pari a quello dei consiglieri regionali e, nelle
intenzioni dell'amministrazione, non comporterebbe ulteriori
esborsi per le casse regionali.
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