A Milano arriva l'identità alias sull'abbonamento dei mezzi pubblici. Dal primo marzo le persone transgender e non binarie hanno la possibilità di avere sulla tessera del trasposto pubblico, che in città è gestito da Atm, il nome che hanno scelto per affermare la propria identità di genere, cioè il nome d'elezione, in sostituzione al nome registrato all'anagrafe.
Milano è pioniera perché è una delle prime città in Italia che adotta questa misura, con l'obiettivo di essere più inclusiva. L'identità alias sulla tessera del trasporto pubblico era stata annunciata simbolicamente dal Comune durante il Pride del 2024.
Il nome d'elezione sulla tessera elimina l'eventualità di coming-out forzati, come spiega Atm sul proprio sito alla pagina dove viene comunicata questa novità, oltre a tutte le indicazioni per potere avere la nuova tessera. Come succede durante tutti i controlli, in caso di abbonamento o tessere non validi le persone infatti sono tenute a mostrare ai controllori anche un documento di riconoscimento. In caso di tessera con identità alias invece basterà mostrare solo quella.
Si tratta di una "misura di civiltà doverosa - commenta l'assessora alla Mobilità del Comune, Arianna Censi -. L'abbonamento ai mezzi pubblici è una delle poche tessere che portiamo sempre con noi, che teniamo a portata di mano e usiamo quasi quotidianamente. È davvero bello e importante che l'identità registrata sia quella in cui ciascuno e ciascuna davvero si riconosce".
L'identità alias sulla tessera del trasporto pubblico è solo un tassello del percorso che il Comune sta portando avanti per una maggiore inclusività. La giunta ha già dato il via libera alle carriere alias per i dipendenti del Comune, consentendo loro di richiederne il riconoscimento all'interno dell'amministrazione. Una misura che prevede l'applicazione su badge, cartellino di riconoscimento, posta elettronica o eventuali targhe sulla porta dell'ufficio. Inoltre in occasione delle ultime elezioni il Comune ha rinnovato a presidenti di seggio e scrutatori l'invito ad accogliere gli elettori in maniera inclusiva alle urne, distribuendoli in un'unica fila, anziché dividerli in file differenziate sulla base dei generi femminile e maschile, secondo una pratica in uso da decenni "ma discriminante e lesiva - secondo il Comune - nei confronti delle persone transgender e non binarie". "Il percorso che l'amministrazione comunale sta compiendo è la conferma della volontà del sindaco e della Giunta di rendere Milano 'capitale dei diritti'", conclude la delegata alle Pari opportunità del Comune di Milano Elena Lattuada.
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