"Le ragazze e le donne devono imparare a riconoscere i segnali di relazioni tossiche, di uomini violenti, di amori malati. E devono sentirsi libere, sicure, protette nel denunciare subito, parlarne con le forze dell'ordine, chiedere aiuto. Ogni cittadino ha il dovere morale di intervenire se è a conoscenza di situazioni del genere. Le istituzioni, le famiglie, gli insegnanti: ognuno deve fare la propria parte. Non possiamo voltarci dall'altra parte". E' l'accorato appella della Presidente Commissione regionale pari opportunità, Maria Lina Vitturini a proposito delle "ragazze vittime di femminicidio.
Penso alle loro famiglie: madri, padri, fratelli e sorelle distrutti per sempre. Come si può aspettare il corso della giustizia davanti a tanto dolore? Oggi un'altra donna è stata trovata morta lungo un fiume, in provincia di Bergamo. Basta. Dobbiamo intervenire".
Vitturini prova "una rabbia incredibile. Noi, come commissione, predichiamo questo ogni santo giorno. Investiamo risorse, tempo, energia per sensibilizzare. Ma spesso, non basta. E questo fa ancora più male. Le fiaccolate non bastano più. Non voglio commemorare, voglio prevenire. Chiederò più risorse per realizzare più progetti, per far sì che i giovani abbiano gli strumenti per riconoscere e affrontare queste situazioni. Prevenzione, formazione, ascolto: questo è l'unico modo per cambiare davvero le cose.
"Io, che ogni giorno parlo del contrasto alla violenza sulle donne, che ne ho fatto una missione, che vado nelle scuole, che sostengo progetti sull'affettività, il rispetto, la non violenza. Oggi mi sento inerme - ammette -. Ma non mi fermerò.
Il 1522 è attivo 24 ore su 24. Si può chiamare o mandare un messaggio, anche in forma anonima. Oppure andate alla Polizia, dai Carabinieri, al Pronto Soccorso. Ci sono persone preparate ad ascoltare e ad aiutare. Esistono Case Rifugio e Centri Antiviolenza. Senza paura e senza vergogna, si può sfuggire da uomini cattivi, malati, che ci maltrattano. Forza ragazze. Non siete sole. Mai".
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