"Antigone è un'eroina ribelle che
assomiglia alle ragazze iraniane, che lottano e sono disposte a
morire per affermare i loro diritti". Lo sottolinea Gabriele
Vacis, che firma adattamento e regia di 'Antigone e i suoi
fratelli', la tragedia di Sofocle, in scena da questa sera, in
prima nazionale, fino al 22 gennaio, alle Fonderie Limone di
Moncalieri (Torino).
"Nei giovani c'è una grande voglia di ribellarsi alle
strutture precostituite, agli apparati, ai pregiudizi, ma questo
fa molta fatica a tradursi in azione. E' l'impressione che ho
avuto durante le prove aperte alle scuole", spiega Vacis. "Negli
anni '70 c'erano occasioni di esprimere la voglia di ribellarsi,
si potevano incontrare altre persone, condividere, oggi è più
difficile perché tutto si risolve virtualmente".
Lo spettacolo, che mette insieme Euripide e Sofocle, "Le
Fenicie" e "Antigone", è prodotto dal Teatro Stabile di Torino
con la compagnia Pem (Potenziali Evocati Multimediali), guidata
da Vacis e Roberto Tarasco e formata dagli allievi appena
diplomati alla scuola dello Stabile. In scena Davide Antenucci,
Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Lucia
Raffaella Mariani, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo,
Edoardo Roti, Letizia Russo, Daniel Santantonio, Lorenzo
Tombesi, Gabriele Valchera, Giacomo Zandonà. Scenofonia e
ambienti sono di Roberto Tarasco, la pedagogia dell'azione e
della relazione è di Barbara Bonriposi, il dramaturg è Glen
Blackhall, il suono di Riccardo Di Gianni.
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