Ci sono 41 scienziati del
dipartimento di fisica dell'Università di Torino nell'elenco
degli studiosi che hanno ricevuto una quota del premio di 3
milioni di dollari assegnato dalla Breakthrough Prize Foundation
a quattro esperimenti del Large Hadron Collider (Lhc) del Cern
di Ginevra. Si tratta della celebrazione del più ampio sforzo
collettivo nella storica della fisica, che ha coinvolto 13.508
scienziati provenienti da oltre 70 Paesi. La cerimonia di
premiazione si è svolta il 5 Aprile e sarà trasmessa questa sera
alle 21 in differita su Facebook.
Il premio, intitolato "breakthrough Prize in Fundamental
Physics", è stato conferito "per le misure dettagliate delle
proprietà del bosone di Higgs che confermano il meccanismo di
rottura della simmetria da cui ha origine la massa delle
particelle, la scoperta di nuove particelle che interagiscono
attraverso la forza forte, lo studio di processi rari e
dell'asimmetria materia-antimateria, e l'esplorazione al Large
Hadron Collider del Cerndella natura alle distanze più piccole e
nelle condizioni più estreme".
I 41 torinesi partecipano a due dei quattro esperimenti
dell'Lhc, chiamati Alice e Cms. Nella lista compaiono altri 50
laureati e dottorati dell'Ateneo che hanno continuato il lavoro
di ricerca presso altri enti oppure sono usciti dall'accademia.
Alcuni sono stati coinvolti fin dalle fasi iniziali di
formulazione delle proposte sperimentali; altri hanno
partecipato per periodi più brevi, per esempio come dottorandi,
contribuendo comunque alle attività di analisi dei dati.
"La storia di questa straordinaria impresa - spiega Stefania
Beolé, vicedirettrice alla ricerca del Dipartimento di Fisica
dell'università subalpina - ha radici lontane. Gli apparati
sperimentali sono stati concepiti e proposti verso la metà degli
anni Novanta. La loro costruzione e messa in funzione ha
occupato gran parte del primo decennio del XXI secolo. I
risultati e le scoperte sono arrivati successivamente e
continuano ancora oggi a contribuire in modo significativo alla
nostra comprensione dell'universo. Si è trattato di un lavoro
complesso, che ha richiesto un'elevata capacità di
coordinamento, una straordinaria pazienza e un forte spirito di
collaborazione, coronato da un successo di rilievo, riconosciuto
a livello internazionale con questo prestigioso premio".
L'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), insieme a
istituti analoghi degli altri Paesi partecipanti, ha
co-finanziato la costruzione degli apparati sperimentali, e
continua tuttora a sostenere le attività di ricerca degli
scienziati italiani. Grazie alla stretta collaborazione con i
colleghi della Sezione di Torino dell'Infn, ospitata nei locali
del Dipartimento di Fisica, il gruppo dell'università ha potuto
partecipare attivamente, con importanti ruoli di responsabilità,
a tutte le fasi del progetto: dalla progettazione e costruzione
dei rivelatori fino all'analisi dei dati, contribuendo anche
alla creazione e al coordinamento di gruppi di ricerca a livello
internazionale.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA