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“Stramonium” l'esplorazione filosofica e umana di un mondo oltre il visibile

PressRelease

“Stramonium” l'esplorazione filosofica e umana di un mondo oltre il visibile

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Responsabilità editoriale di NEW LIFE BOOK

Mattia Bongiorno intreccia simbolismo, introspezione e spiritualità in un’opera ricca di profondità

05 dicembre 2024, 10:54

NEW LIFE BOOK

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di NEW LIFE BOOK


"Stramonium", il romanzo di Mattia Bongiorno, si presenta come un’opera unica nel panorama della narrativa italiana contemporanea. Pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, il testo si colloca tra fiaba, noir e romanzo filosofico, unendo suggestioni apparentemente eterogenee in una narrazione che invita il lettore a un viaggio fisico e interiore. La storia si sviluppa attorno a Giordano, un medico che si ritrova catapultato in un universo parallelo, Valproato, dove le leggi della fisica e della logica sembrano cedere il passo a un mondo di simboli, enigmi e significati nascosti: il regno immaginario in cui si svolge gran parte della narrazione, è una delle creazioni più memorabili di Bongiorno. Questo mondo, descritto con una ricchezza di dettagli e una sensibilità poetica straordinaria, non è soltanto uno sfondo, ma un riflesso vivo e mutevole dell’interiorità del protagonista. Le sue foreste nebbiose, i villaggi sospesi nel tempo e le mura imponenti evocano un’atmosfera che mescola paesaggi medievali a tonalità oniriche. Qui, ogni luogo sembra respirare, reagendo agli stati d’animo di chi lo abita. Valproato, oltre che essere una semplice ambientazione per l’opera, svolge anche l’evidente ruolo di metafora: un microcosmo che riflette i dilemmi di Giordano, le sue paure, i suoi desideri e il suo costante oscillare tra appartenenza e alienazione. Attraverso le sue interazioni con gli abitanti del regno, il lettore viene introdotto a temi come il bisogno di connessione umana, il valore della comunità e l’importanza di confrontarsi con le proprie ombre interiori. 
Giordano è un personaggio profondamente umano, reso con una complessità che lo distanzia dai tradizionali eroi della narrativa. Le sue paure, le sue insicurezze e il suo costante interrogarsi sulla propria identità lo rendono una figura in cui il lettore può facilmente identificarsi. Una caratteristica particolare di Giordano, ossia il suo legame con la medicina omeopatica, rappresenta una metafora centrale del romanzo: il protagonista non è soltanto un medico, ma un simbolo del tentativo umano di conciliare scienza e spiritualità, corpo e mente, individuo e collettività. Le sue cure, spesso interpretate dagli abitanti di Valproato come gesti miracolosi, rappresentano un invito a guardare oltre le apparenze per comprendere le cause profonde dei mali, siano essi fisici o emotivi. È un uomo diviso tra razionalità e intuizione, tra il bisogno di controllare ciò che lo circonda e la necessità di lasciarsi andare a un’esperienza più ampia e profonda.
In “Stramonium” il lettore assiste a una particolare declinazione del conflitto tra bene e male, incarnato dall’enigmatica figura dell’Angelo Bianco. Questo personaggio, tanto affascinante quanto inquietante, sfugge alle categorizzazioni tradizionali. Bongiorno lo tratteggia con ambiguità: un misto di purezza e minaccia, di fragilità e violenza. Non è un semplice antagonista, ma una rappresentazione simbolica delle contraddizioni che risiedono in ogni individuo. L’Angelo Bianco diventa così uno specchio delle ombre che Giordano cerca di affrontare, ma anche una riflessione sul male come elemento inevitabile della condizione umana. La sua presenza solleva interrogativi complessi: il male è una forza esterna o una parte intrinseca della natura umana? È un avversario da combattere o un aspetto da accettare e integrare? Bongiorno non offre risposte definitive, ma lascia che il lettore mediti su questi quesiti attraverso le azioni e le scelte del protagonista.
Il romanzo esplora in profondità temi intimi come il dolore, la perdita e il desiderio di appartenenza. Valproato diventa un luogo in cui le ferite di Giordano, sia fisiche che emotive, vengono messe a nudo. La sua interazione con Evelin, un personaggio di straordinaria complessità, rappresenta un punto cruciale di questa esplorazione. Evelin non è solo una guida nel regno misterioso, ma anche una figura che aiuta Giordano a confrontarsi con la sua vulnerabilità.
“Il mondo che avevo conosciuto non esisteva più. Ogni cosa che credevo solida si stava dissolvendo, eppure sentivo dentro di me una strana pace. Come se, in qualche modo, tutto ciò che avevo vissuto, anche i miei fallimenti, avesse avuto un senso. In Valproato, nessuna certezza era permanente, ma quella stessa incertezza mi faceva sentire più vivo. Lì, tra la nebbia e le ombre, avevo trovato la mia rotta, anche se non riuscivo a vederla con gli occhi. Solo con il cuore”.
Il dolore in Stramonium non è mai trattato in modo pesante o melodrammatico, ma viene intrecciato con leggerezza e sensibilità nella trama. Attraverso i dialoghi, i silenzi e i gesti dei personaggi, Bongiorno invita il lettore a riflettere su come affrontare le proprie perdite, trasformandole in occasioni di crescita, avvalorando la narrazione con la sottile, ma costante, presenza della saggezza buddista. Bongiorno non la introduce in modo esplicito o didascalico, ma la infonde nei comportamenti dei personaggi; l’idea dell’equilibrio, tra corpo e mente, tra bene e male, tra individuo e collettività, pervade l’intero romanzo, offrendo una chiave di lettura profondamente spirituale. Questo approccio filosofico non appesantisce mai la narrazione, ma la rende più stratificata, invitando il lettore a guardare oltre la superficie degli eventi. Valproato stesso sembra riflettere i principi buddisti di impermanenza e interconnessione: un regno in cui tutto è in costante mutamento, e dove ogni azione, per quanto piccola, ha conseguenze sul resto del sistema.
Dal punto di vista stilistico, Bongiorno adotta un linguaggio semplice ma mai banale. Le descrizioni evocative e i dialoghi realistici si alternano a momenti di introspezione, creando un ritmo fluido e coinvolgente. La scrittura ha una qualità cinematografica, capace di immergere il lettore negli scenari di Valproato e di far vivere le emozioni dei personaggi, inoltre, la scelta di Bongiorno di adottare una struttura narrativa non lineare conferisce al romanzo una profondità unica. Il lettore viene trasportato attraverso flashback, visioni e incursioni nella psiche del protagonista, in un intreccio che riflette la complessità della mente umana e delle sue esperienze. Questo approccio richiede un coinvolgimento attivo, invitando chi legge a mettere insieme i frammenti e a scoprire il significato nascosto dietro gli eventi. Le descrizioni dei paesaggi, in particolare, sono uno dei punti di forza del romanzo: Bongiorno riesce a dipingere Valproato in modo così vivido che il lettore ha l’impressione di camminare accanto a Giordano, di percepire la nebbia sulle guance e il suono degli alberi mossi dal vento. Questi dettagli non solo arricchiscono l’ambientazione, ma contribuiscono a creare un’atmosfera unica, che è al tempo stesso rassicurante e inquietante.
Stramonium è molto più di un romanzo d’avventura: è un’esplorazione profonda delle dinamiche umane e delle tensioni filosofiche che accompagnano il nostro essere nel mondo. Bongiorno riesce a intrecciare temi complessi, dal conflitto interiore al rapporto tra scienza e spiritualità, in una trama avvincente e accessibile, capace di toccare il cuore e la mente del lettore. Con la sua narrazione stratificata, i suoi personaggi memorabili e la sua ricca simbologia, "Stramonium" si conferma come un contributo significativo alla narrativa contemporanea, un’opera che merita di essere letta e riletta per coglierne appieno la profondità.

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