"La situazione all'interno del
carcere di Uta, purtroppo, si conferma di estremo disagio
determinato dagli innumerevoli problemi legati al
sovraffollamento". Lo dichiara Irene Testa, garante regionale
dei detenuti, che evidenzia: "Sussiste una condizione di estrema
povertà per diversi detenuti; c'è chi, straniero, non ha vestiti
e scarpe. I numerosi detenuti con patologie psichiatriche molto
spesso sono confinati in celle lisce, senza materasso e senza
cuscino. Questo è il percorso loro riservato, piuttosto che da
un'assistenza sanitaria, dal sistema penale: costretti a dormire
in una branda in ferro anziché poter essere curati nelle
strutture idonee a trattare il disagio".
"Non si può in questo tralasciare di ricordare la condizione
in cui sono costretti a lavorare gli agenti in queste sezioni -
prosegue la garante -. Ieri un agente aveva il viso pieno di
lividi perché un detenuto in escandescenza gli ha scagliato
contro un tavolo; un detenuto malato con disturbi psichiatrici
gravi che non dovrebbe trovarsi in carcere. In un tale clima di
abbandono generale da parte delle Istituzioni si acuiscono ancor
più i gravi problemi legati alle dimissioni della dirigente
sanitaria, ormai di alcune settimane addietro. È una situazione
che paralizza l'intero istituto con oltre 750 detenuti. Non
possono essere chiuse le relazioni sanitarie, vi sono detenuti
che attendono visite urgenti e non ricevono risposte, non
possono essere verificate le istanze di incompatibilità con il
carcere, sono bloccate le richieste di osservazione
psichiatrica. Una tale condizione rappresenta un'emergenza
inaccettabile che deve essere risolta nell'immediato".
"Se la Asl di Cagliari, a cui ho già scritto, non è in grado
di dare risposte - conclude Testa - chiedo alla Procura generale
di intervenire su quella che si configura come una grave
violazione dei diritti umani e di privazione del diritto alle
cure che deve essere garantito a tutti, anche a chi è privato
della libertà personale".
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