"È stata un'azione di protesta per
lottare contro l'abbandono di quelle terre che sono state
offerte alle mire degli speculatori. Terre che devono essere
restituite agli agricoltori e creare lavoro". Bruno Bellomonte
ha così rivendicato, davanti al giudice del tribunale di
Sassari, l'azione di un gruppo di indipendentisti che
nell'aprile 2018, con vernice bianca, scrissero 'Sa terra sarda
a su populu sardo' (la terra sarda al popolo sardo) sul muro di
cinta della tenuta abbandonata di Surigheddu, di proprietà della
Regione, nelle campagne di Alghero.
Azione per cui sono finiti a processo per il reato di
imbrattamento, rischiando una condanna a 1 anno, Bruno
Bellomonte, 75anni, e Mario Sanna, di 77, entrambi difesi
dall'avvocata Giulia Lai. Questa mattina è stato Bellomonte a
sottoporsi all'esame in aula, rivendicando e motivando la
paternità dell'azione. "Il muro, ma anche l'intera struttura -
ha spiegato -, era abbandonato e pericolante, con la nostra
scritta non lo abbiamo imbrattato, ma abbellito". Si torna in
tribunale il 17 giugno prossimo per la discussione finale.
L'Associazione Libertade ha espresso solidarietà agli
indipendentisti sotto processo: "Siamo solidali con gli imputati
e insieme a loro sosteniamo la necessità che quelle terre
vengano restituite al popolo. La tenuta di Surigheddu, di
proprietà della Regione Sardegna, comprende 1.200 ettari di
terre fertilissime che dovrebbero essere restituite ai sardi
affinché le coltivino e possano produrre di nuovo lavoro".
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