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Dalla Sardegna petizione on line contro il riarmo in Ue

Dalla Sardegna petizione on line contro il riarmo in Ue

Ex governatore Pili, 'Per preparare pace, si lavora per la pace'

CAGLIARI, 05 marzo 2025, 13:13

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' stata lanciata oggi dalla Sardegna una petizione on line contro il progetto per il riarmo in Europa. La sottoscrizione è stata avviata su Change.org dall'ex parlamentare ed governatore sardo Mauro Pili e sta raccogliendo in poche ore già centinaia di consensi.
    "Per preparare la pace, si lavora per la pace - scrive Pili nella relazione che accompagna la petizione on line - Sommessamente: pensare ai propri figli e alla propria terra è meglio di farsi 'fregare' dagli slogan di 1500 anni fa.
    Investite quei soldi nelle scuole, nella sanità, nella ricerca.
    No al piano da 800 miliardi di debiti per comprare morte", è il messaggio che si vuole lanciare all'Europa.
    Secondo Pili si è davanti a "un folle piano di morte per acquistare 800 miliardi di armi. Sostengono che l'Europa è in pericolo: un'affermazione stolta e ridicola, funzionale solo a tentare di giustificare nuovi affari bellici da consumare sulle tasche dei cittadini - attacca - Parlano di 'deterrenza', ovvero armarsi sino ai denti per 'incutere' timore all'ipotetico nemico: roba da trogloditi".
    "L'Italia, nella cui Costituzione c'è scritto espressamente che 'Ripudia la guerra', dovrebbe spendere, secondo questa follia europea, 60/70 miliardi in più rispetto ai 30 che già butta in inutili e 'vecchi' armamenti - sostiene - Ottanta/cento miliardi di spese militari all'anno per uno Stato che non può e non deve andare in guerra. Tutti nuovi debiti, tanto pagano i cittadini. Insomma, pur di regalare affari stratosferici agli amici delle industrie belliche, si sono inventati questa barzelletta che l'Europa è in pericolo, che rischia di essere attaccata da Putin" "E poi, di questi ottocento miliardi di armi, cosa ne farebbero lor signori? - si chiede Pili - Le useranno contro la Russia oppure le consumeranno per bombardare, come già fanno, le splendide coste di Teulada, Quirra e Capo Frasca in Sardegna devastando, più di quanto hanno già fatto, il territorio sardo occupato dal 65% delle basi militari italiane e Nato".
   

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