"Noi un tempo aiutavamo i marginali emarginati, quelli che essendo occupanti casa non avevano la residenza, non potevano avere il medico curante e non potevano nemmeno iscrivere i figli a scuola. Oggi, invece, le cose sono peggiorate: abbiamo aumentato la platea, perché oltre a queste situazioni che continuano a persistere adesso ci troviamo di fronte ad una quota di utenza con i colletti bianchi: cioè un'insegnate un pensione che non ce la fa e che ha quasi vergogna di dire che non può pagare il ticket". Lo ha detto Renato Costa, della Rete degli ambulatori popolari di Palermo, che offre assistenza ai più bisognosi nell'accesso alle cure essenziali sanitarie, parlando a margine dei un forum dal titolo "Autonomia differenziata e Pnrr: cosa succederà alla sanità?", sul tema della sanità pubblica e delle disuguaglianze sociali in tale ambito, organizzato alla Fonderia Oretea di Palermo.
"Ci sono tutta una serie di realtà importanti - ha aggiunto Costa - di cui noi ci facciamo carico e che speriamo se ne faccia carico la società. La gente non ce la fa più, abbiamo bisogno di aiutarla, aiutiamola in qualunque modo. Torniamo a pensare che uno stato di salute, come ci dice l'Oms, è uno stato di benessere psicofisico e sociale".
"Le famiglie in difficoltà in Sicilia rappresentano il pilastro essenziale. In Sicilia, secondo nostri recenti studi, ci sono famiglie che si trovano in difficoltà maggiore rispetto alle altre aree del paese - ha spiegato Vincenzo Provenzano, del dipartimento Scienze Economiche dell'Unita - c'è difficoltà soprattutto per le emergenze, perché avendo meno risorse molte famiglie non si riescono a far fronte alle emergenze. Circa il 50% della popolazione siciliana risente di questa difficoltà".
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