(di Ignazio Marchese)
"A luglio del 1997 quando
l'amministrazione comunale guidata dal Ds Nino Mannino iniziò le
demolizioni nel lungomare di Carini, gli uffici comunali misero
in testa tra le pratiche delle ville da abbattere quelle dei
miei parenti (allora ero assessore), del sindaco e di qualche
consigliere della maggioranza. Era l'estremo tentativo per
bloccare il piano di recupero dei nove chilometri di spiaggia
cementificati negli anni. Dissi agli uffici che i nomi dei
proprietari non avevano alcuna importanza e andava demolito
tutto ciò che era abusivo". Giovì Monteleone, sindaco di Carini,
nel Palermitano, sorride quando racconta quest'episodio. E
intanto la sua amministrazione ha buttato giù 300 costruzioni.
Sindaco di sinistra, riconfermato due volte in un territorio
che vota a destra, affiderà in gara i primi cinque lotti di
arenile liberato dalle ville abusive. "Oltre alle le
demolizioni, abbiamo completato la bonifica della spiaggia.
Alcuni proprietari hanno demolito in proprio, lasciando rifiuti
e cemento armato e a volte anche amianto. Questi tratti vanno
presidiati, perché si trasformano in discariche".
Negli ultimi 28 anni sono state emesse 1.150 ordinanze di
demolizione. "Ne abbiamo eseguite 300. Alcuni proprietari sono
riusciti a sanare gli immobili perché realizzati prima della
legge che fissava a 150 metri dal mare il tratto da preservare.
Il nostro lavoro è faticoso: prima di abbattere le tonnellate di
cemento bisogna abbattere tonnellate di carta bollata, a volte
bastano gli annunci di sanatoria a far ripartire i ricorsi. Il
95% delle cause le abbiamo vinte - aggiunge Monteleone -. Per la
prossima stagione balneare, non avremmo voluto, ma siamo
costretti a predisporre un bando per cedere alcuni lotti ai
privati perché questi tratti vanno presidiati. Quest'anno
c'erano le ruspe in azione e i bagnanti nei weekend piazzavano
le tende sotto i mezzi pesanti e abbandonavano i rifiuti in
spiaggia".
"Siamo il Comune - continua - che ha ricevuto in Italia i
maggiori fondi per le demolizioni, con cinque interventi del
ministero per Infrastrutture e abbiamo cofinanziato i lavori per
il 50%, 1,8 milioni di euro". Ma il tentativo di bloccare questo
processo è sempre dietro l'angolo: "Hanno tentato ciclicamente
di sanare gli immobili entro la fascia dei 150 metri: lo fece
cinque lustri fa anche il governo regionale di centrosinistra
guidato da Angelo Capodicasa. Ad Agrigento l'allora sindaco
Calogero Sodano aveva iniziato a sanare, mentre a Carini avevamo
cominciato a demolire. Scrissi a Capodicasa: 'Caro compagno,
abbiamo sbagliato noi o sbagli tu?'. Ricordo l'intervento del
segretario regionale dei Ds Claudio Fava e, addirittura, di
quello nazionale Walter Veltroni, che diedero l'indirizzo di
respingere quel tentativo di sanatoria. Ma ciclicamente qualcuno
ci prova - conclude Monteleone - per catturare il consenso degli
abusivi, e ogni volta volta basta un emendamento all'Assemblea
siciliana per sommergere gli uffici di ricorsi".
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