"Sono attualmente più di 12 mila i
braccialetti elettronici attivati per le diverse finalità
applicative, di cui oltre 5.700 in chiave antistalking". Così il
ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo al
question time alla Camera, dove ha sottolineato che l'uso dello
strumento "è stato notevolmente ampliato dalla legge 168 del
2023, approvata con la più ampia e trasversale convergenza
politica, allo scopo di rafforzare la tutela delle donne vittime
di violenza".
"Il braccialetto elettronico - ha spiegato Piantedosi - oggi
può essere disposto dall'Autorità giudiziaria, oltre che in caso
di arresti domiciliari, anche per la sorveglianza speciale,
previo consenso dell'interessato; per il divieto di
avvicinamento; per l'allontanamento dalla casa familiare.
L'applicazione di queste ulteriori misure di prevenzione sono
proprio quelle per le quali si rendono particolarmente utili
quegli approfondimenti tecnico-operativi da parte della Polizia
giudiziaria che risultano indispensabili per assicurare la
funzionalità e l'efficacia dello strumento elettronico di
controllo". D'altra parte, ha aggiunto, "nella stessa ottica di
garantire un'effettiva protezione della donna, abbiamo già
previsto, con la legge 168, che, in caso di violazione delle
prescrizioni o di manomissione del dispositivo, il giudice possa
disporre la revoca degli arresti domiciliari e la sostituzione
con la custodia cautelare in carcere".
"Il Gruppo operativo interforze istituito presso il Viminale,
con la presenza di rappresentanti del ministero della Giustizia
e della società fornitrice - ha assicurato - lavora
costantemente con l'obiettivo di migliorare il servizio rispetto
a ogni possibile criticità e gli approfondimenti sinora svolti
hanno consentito di individuare alcune soluzioni che sono state
concordate e poi recepite dal fornitore del servizio mediante
accorgimenti tecnici utili al più efficace funzionamento dei
dispositivi elettronici".
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