Con oltre 160mila visitatori , la mostra Il tempo del Futurismo che si è chiusa a Roma domenica 27 aprile, dopo essere stata esposta alla Galleria Nazionale dell'Arte Moderna e Contemporanea dallo scorso 3 dicembre, è stata "un vero successo". "E' andata benissimo: 161.307 biglietti staccati. E' stata la mostra più visitata dopo l'enorme successo che ebbe la mostra su Van Gogh" esulta il curatore Gabriele Simongini, ricordando la storica mostra che nel 1988 fece il pienone alla Gnam. Non solo. "Sono anche felice che l'introito dei biglietti abbia ripagato interamente il budget da 1 milione e mezzo di euro investiti dal ministero della Cultura. E' stata una delle poche mostre pubbliche che si è ripagata interamente la spesa" annuncia Simongini facendo con l'ANSA il bilancio sulla dibattutissima esposizione su Futurismo di cui sono stati anche venduti, solo al bookshop della galleria, anche 3mila cataloghi. "Anche parametrando la durata con i numero dei visitatori, alla Gnam non c'erano mai più state mostre così vistate quanto questa sul Futurismo dai tempi della mostra su Van Gogh che, oltretutto, era un'antologica" insiste il critico d'arte replicando anche a chi ha fatto però notare che il biglietto di ingresso era unico per vedere tutto quello che era esposto nella Galleria. "Questo è vero, però va anche notato che la collezione permanente era poco esposta, e dunque meno attrattiva, anche in virtù del fatto che la mostra sul Futurismo ha occupato un'area davvero molto estesa della Galleria" replica Simongini. E d'altra parte Il tempo del Futurismo ha esposto 544 - di cui 139 della Gnamc - tra opere (alcune opere sono state inserite successivamente, altre ritirate nel corso dei quasi 5 mesi di esposizione) e oggetti, per un totale di circa 4mila metri quadrati, con quadri, sculture, progetti, disegni, oggetti d'arredo, film, oltre a un centinaio fra libri e manufatti e pure un idrovolante, automobili, motociclette e strumenti scientifici d'epoca: "Il tutto grazie al grande impegno della direttrice della Galleria Cristina Mazzantini". Volano per gli ingressi sono stati anche i numerosi eventi collaterali sul Futurismo organizzati proprio in Galleria. "In totale abbiamo organizzato 27 eventi, alcuni in forma privata per gli sponsor, ma tutti gli altri per il grande pubblico, di cui 11 sono stati un vero successo: parlo in particolare dei 6 talk del ciclo Vita Futurista che ha esplorato spazi che sono andati dalla musica al teatro e alla letteratura, dalla moda alla gastronomia". Eventi organizzati da Federico Palmaroli, in arte Osho: non sarà stato lui il richiamo per il grande pubblico? "Palmaroli gli eventi, organizzati dalla Fondazione Magna Carta, li ha curati ma non era lui a condurli: non si è mai esibito, veniva per un saluto ma è sempre rimasto dietro le quinte. Questi eventi però sono stati un successo, ognuno dei talk avrà avuto una media di 150 partecipanti". Il successo della mostra di Roma su Futurismo ha anche risvegliato l'interesse dei territori. "Sono stato contattato di recente da alcuni comuni italiani molto interessati ad aver dei focus della mostra in chiave locale. Ad esempio il comune di Portogruaro in Veneto fa partire a giorni una serie di eventi su Luigi Russolo esponente dell'arte e della musica futurista, firmatario del manifesto L'arte dei rumori. Questi eventi culmineranno con una mostra che curerò io sulla sua attività di pittore. Richieste arrivano anche dalla Sicilia dove, ad esempio, a Catania visse Boccioni da giovane, tra i 15 e i 18 anni. Ma le città interessate a fare una mostra si moltiplicano: per questo ho proposto al Mic, che sta valutando, di coordinare sotto la sua egida una serie di eventi in modo da evitare che ogni comune faccia per sé. La rassegna si potrebbe chiamare I Futurismi, o Futurismo Diffuso. Meglio ancora, Futurismo Mediterraneo".
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