Una dramedy di formazione a tempo di punk, "ma anche un film sull'amicizia, e su come in provincia questi legami siano ancora più forti perché non c'è molto altro". Così all'ANSA il regista Niccolò Falsetti e Francesco Turbanti cosceneneggiatore (insieme al cineasta e Tommaso Renzoni) e uno dei tre attori protagonisti, con Emanuele Linfatti e Matteo Creatini, descrivono Margini, opera prima e unico film italiano in gara alla Settimana della Critica della Mostra Internazionale del cinema di Venezia. Una storia con tanti aspetti autobiografici , visto che Falsetti e Turbanti, oltre che team di autori, sono dal 2005 compagni di band nel gruppo punk PEGS. "Suoniamo da 17 anni insieme ma non ci si fila nessuno - scherzano -. Ci divertiva raccontare quello che avevamo vissuto, essere punk a Grosseto; guardarsi indietro scatenava un corto circuito interessante". A coprodurre il film, in arrivo nelle sale l'8 settembre con Fandango, ci sono Dispàrte, Rai Cinema, e i Manetti Bros, "che ci hanno aiutato a percorrere l'ultimo miglio". Nella storia che comprende nel cast Silvia D'Amico, Nicola Rignanese, Paolo Cioni, Aurora Malianni, Valentina Carnelutti, appare, con un cameo da scoprire, Zerocalcare (autore anche del manifesto) che ha accompagnato il film, insieme agli autori a Venezia: "Il mio lavoro di fumettista è profondamente legato alle suggestioni che mi arrivano dalla musica - ha spiegato nelle interviste -. E in questo film ho ritrovato tante cose del mondo che conosco, ad esempio avere una passione che diventa come una malattia". Nella storia, ambientata nella Grosseto del 2008, conosciamo i tre compagni ventenni di band punk hardcore, Edoardo (Linfatti), ancora senza un'idea chiara sul suo futuro, Michele (Turbanti), padre di una bambina, ancora poco propenso a 'crescere' e staccarsi dal punk, e Iacopo (Creatini), musicista di talento, diviso tra il gruppo e il debutto nell'orchestra di Barenboim. Stanchi di suonare tra sagre e feste dell'Unità, dopo l'ennesima occasione mancata, poter aprire a Bologna per i Defense, i tre protagonisti decidono di non arrendersi e invitare il gruppo Usa a Grosseto, organizzando un concerto nel quale suonare con loro. Un'impresa che si rivelerà molto più difficile del previsto. Abbiamo ambientato il film nel 2008 - spiegano Falsetti e Turbanti - perché c'era un grande fermento e un movimento intorno ai concerti punk e al mondo hardcore, ma anche perché eravamo all'alba della crisi. Questa è una storia di fine estate in provincia, di inizio millennio e fine di un'epoca". Si racconta anche uno spirito di aggregazione che è andato spegnendosi: "Come generazione abbiamo visto un disgregarsi dello stare insieme. Dal G8 Genova, quando avevamo 14 anni, in poi, siamo una generazione che non ha avuto occasione, possibilità ma forse neanche la capacità di fare fronte comune e dare un propria risposta e presenza al 'mondaccio' in cui viviamo. E' bello vedere i ragazzi di oggi che pure non hanno avuto l'esperienza dei movimenti, della piazza, tornare ad unirsi su dei temi come l'ambiente e mobilitarsi per difendere il proprio futuro".
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