GUIDALBERTO BORMOLINI, LA VERA
RICCHEZZA (PONTE ALLE GRAZIE, PP. 176, EURO 15)
Come ottenere una felicità autentica ? Il teologo Guidalberto
Bormolini, nel nuovo saggio La vera ricchezza, uscito per i tipi
di Ponte alle grazie, indica la strada da percorrere per vivere
in pienezza. Qual è questa via? Liberarsi di tutto, dare
gratuitamente. E riporta le parole di Gandhi: "La nostra
angoscia nasce da non aver donato le nostre ricchezze". Regola
numero uno: condividere.
L'umanità ha sete d'infinito, spiega Bormolini nel libro, ma
questo bisogno non può essere saziato accumulando denaro e
oggetti. Anche perché chi più soldi ha più ne vuole, e così
facendo si illude di colmare un vuoto. L'autore riporta il
pensiero di Schopenhauer: la ricchezza assomiglia all'acqua di
mare, quanto più se ne beve, tanto più si ha sete.
La devozione alla ricchezza materiale e al consumismo, afferma
Bormolini, non soddisfa e sottrae tempo ad attività importanti
per il benessere dell'anima: dipingere, passare del tempo con
familiari e amici, ascoltare musica, giocare con i propri figli,
eccetera.
"Tutte le ricerche attestano che a influire maggiormente
sulla qualità integrale della vita non è un bene materiale ma il
voler bene, avere relazioni solide e di cura reciproca",
continua Bormolini.
Cosa spinge a non essere mai sazi di cose materiali? Anche la
réclame alimenta l'insoddisfazione. L'economista e filosofo
francese Serge Latouche definisce la pubblicità "un mezzo
studiato per rendervi scontenti di ciò che avete e farvi
desiderare ciò che non avete".
Un'incontenibile bramosia di denaro si lega al bisogno di
sentirsi onnipotenti. In un capitolo Bormolini informa su una
serie di progetti, a cui stanno lavorando alcuni super ricchi
del pianeta, questi programmi potrebbero diventare realtà già
entro il 2045: si tratta di esperimenti che mirano a trasferire
la coscienza umana in robot avanzatissimi, macchine con dentro
cervello, mente e ricordi di persone, si otterrebbe così una
sorta di avatar, un replicante destinato a non perire mai.
Eppure non è avere tutto che rende gioiosi, bensì si raggiunge
la vera contentezza quando non si ha nulla, come ha insegnato
San Francesco, conclude Bormolini.
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