(di Elisabetta Stefanelli)
Maddalena, San Giovanni e poi Cristo
e San Pietro e San Matteo, una folla di volti nei capolavori
dipinti da Michelangelo Merisi ovvero da Caravaggio e nei secoli
smarriti, rubati, perduti, forse distrutti forse no. Certo la
sua vita complicata non ha aiutato, una vita segnata da vicende
che ancora oggi meritano l'attenzione del grande pubblico e che
ora tornano nel film diretto da Michele Placido, L'ombra di
Caravaggio - dal 3 novembre nelle sale - dove alla lettura
storica si affianca la fiction per le tante zone oscure che
nella vita dell'artista permangono ancora avvolte nel mistero,
compresi i tanti quadri di cui si sono perse le tracce. La sua
fama poi ha moltiplicato le copie confondendo gli esperti sempre
a caccia di possibili ritrovamenti, senza perdere le speranze.
Non le perde Francesca Cappelletti, che un quadro di Caravaggio
- la cattura di Cristo - lo ha ritrovato veramente nel 1993 a
Dublino. Cappelletti è attualmente direttrice della Galleria
Borghese a Roma, ''casa'' della più vasta collezione di quadri
di Caravaggio nella sala a lui intitolata, l'ottava del
meraviglioso edificio una volta chiamata del ''fauno'' per la
grande statua che la occupa al centro e che oramai i tanti
visitatori guardano solo velocemente per concentrarsi sui
quadri. ''In realtà - racconta Cappelletti all'ANSA - la
Galleria Borghese di Caravaggio ne possedeva anche un altro, era
un Cristo alla colonna, un Ecce homo. Ci sono copie fatte qui in
galleria dall'inizio dell'Ottocento. Due secoli di tracce non
sono così impossibili da ricostruire, forse ce la possiamo fare
a ritrovarlo''.
Lei però è molto affascinata anche dalle opere che
appartenevano alla collezione Giustiniani come il San Matteo e
l'angelo, il Cristo nell'orto e il Ritratto di Fillide che sono
andate smarrite dopo l'incendio del deposito di Friedrichshain
del 1945, durante la seconda guerra mondiale. ''Io non scrivo
mai 'distrutte' quando ne parlo perchè rifiuto l'idea che non si
possano ritrovare, come è accaduto ad altre opere che erano
insieme ai Caravaggio nella stessa circostanza e sarebbe
importantissimo riuscire a farlo'', dice ancora Cappelletti.
''Sono quadri di cui abbiamo anche le foto - aggiunge - come
della Natività rubata a Palermo dall'oratorio di San Lorenzo nel
1969''. Non esclude la studiosa ''che si possa ritrovare il san
Matteo con l'Angelo, la cui prima versione fu rifiutata e poi
ricomprata. Questi storici rifiuti che si attribuiscono ai
committenti delle opere del Merisi - aggiunge - forse sono anche
un pochino romanzati. Del resto il suo maggiore biografo fu il
Baglioni che era anche suo acerrimo nemico, il suo oppositore,
aveva tutto l'interesse a metterlo in cattiva luce''. Fatto sta
che le opere di Caravaggio in realtà furono molto riprodotte
anche mentre lui era in vita, a riprova del suo straordinario
successo. Accadde ad esempio per la Maddalena in estasi che
dovrebbe essere una delle opere che l'artista portò nel suo
ultimo viaggio da Napoli a Porto Ercole. Pare che avesse con sé
tre tele, ovvero due San Giovanni Battista e una Maddalena che
nel film di Placido s'immagina che vengano portare via da
l'Ombra, il misterioso personaggio della Santa Inquisizione
interpretato da Louis Garrel. ''La Maddalena ha veramente una
storia curiosa perché rimase con lui per tutto il tempo della
fuga finendo poi per rimanere - forse per qualche tempo ma non è
chiaro - nella bottega napoletana di un pittore fiammingo, Louis
Finson, che ne fece molte copie. Ne furono tratte almeno venti
tanto era piaciuta. Perché la tenne per quattro anni? Si può
riflettere a lungo ma certo è difficile immaginare che se la
portasse sempre dietro''. Insomma ci sono da fare ancora grandi
indagini ''non impossibili in alcuni casi'', sostiene la
studiosa che a Caravaggio vorrebbe dedicare presto un libro.
''Mi sono resa conto che non esiste in realtà un volume che
metta insieme in modo divulgativo la sua biografia con la
descrizione delle opere e la mappa, complessissima, dei luoghi
in cui si trovano. Sarebbe bello riuscire a raccontarlo''.
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