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Gabriele Vacis, 'il mio Prometeo dramma antico e moderno'

Gabriele Vacis, 'il mio Prometeo dramma antico e moderno'

La tragedia di Eschilo a Sassari e Nora apre La Notte dei Poeti

PULA, 05 luglio 2023, 14:09

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il mito di Prometeo nella tragedia di Eschilo riletta da Gabriele Vacis inaugura il 41/o Festival La Notte dei Poeti al Teatro Romano di Nora, a Pula, costa sud ovest della Sardegna: lo spettacolo prodotto da Nidodiragno cmc e Pem / Potenziali Evocati Multimediali sarà in scena il 7 luglio alle 20 sul palco tra le rovine dell'antica città fenicio-punica e romana, e il giorno prima alle 21 in piazza Santa Caterina a Sassari, sempre per Cedac.
    "Prometeo racconta un mondo giovane, ai primordi, mentre noi siamo alla fine", dice all'ANSA il regista e drammaturgo, fondatore del Teatro Laboratorio Settimo e dell'Istituto di Pratiche Teatrali per la cura della persona, autore di "Totem" con Alessandro Baricco e de "Il racconto del Vajont" con Marco Paolini, accanto a pièce come "Esercizi sulla tavola di Mendeleev" e "Elementi di struttura del sentimento", che gli è valso il primo di tanti Premi Ubu, "La Storia di Romeo e Giulietta", "Olivetti" e "Novecento".
    Un dramma antico e insieme "contemporaneo, appartenente ad ogni tempo". come sottolinea Vacis, incentrato sulla figura del titano che rubò il fuoco agli dei per donarlo agli uomini e per punizione venne incatenato a una rupe per volere di Zeus.
    "Prometeo - spiega il regista - è simbolo della ribellione, ma nella rivolta contro l'autorità c'è un margine di tradimento verso i titani, la sua gente e poi verso i nuovi dei: nel suo desiderio di aiutare gli uomini nella loro misera sopravvivenza, il protagonista insegue un sogno. La ribellione nasce dal sogno e dall'utopia, dalla visione di un futuro ancora da immaginare".
    Sotto i riflettori gli attori di Pem: Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera.
    Tra i più importanti registi italiani del secondo Novecento, Gabriele Vacis guarda alle nuove generazioni: "Li si lusinga ma non li si ascolta, eppure sono loro che indicano la direzione in cui sta andando il mondo. Il sentimento del tragico per loro non corrisponde con la fine di sé, ma con la fine del pianeta".
   
   

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