(di Leonardo Cioni)
Tra insulti al lavoro dei
giornalisti (soprattutto donne) e insistenti rifiuti di
concedere interviste, in Brasile va di male in peggio la
relazione tra Jair Bolsonaro e la stampa mainstream: i quattro
anni di governo del capo dello Stato, in corsa per la rielezione
alle presidenziali di ottobre, stanno ricevendo la stroncatura
pressoché unanime da praticamente tutti i principali media.
L'unica (parziale) eccezione per il leader di destra, nel
panorama dei grandi network locali, è rappresentato da Record
Tv, il canale fondato e gestito da Edir Macedo, il potente
vescovo evangelico della Igreja Universal. Qui Bolsonaro -
proprio grazie al suo avvicinamento al mondo delle chiese
pentecostali - è trattato con meno ostilità, anche se i tg non
gli hanno risparmiato critiche, soprattutto nella gestione della
pandemia di coronavirus.
L'ex capitano dell'esercito, in compenso, vanta uno
strepitoso successo sui social, dove sono in costante crescita
(anche di ascolti) i canali a lui dedicati. Molti osservatori
sono convinti che, a garantirgli una solida base elettorale,
siano proprio loro: una galassia che include profili di taglio
umoristico, podcast del mondo cristiano, pagine di youtuber che
lo difendono strenuamente, fino a veri e propri blog di notizie.
Gli attriti tra Bolsonaro e la stampa tradizionale risalgono
agli esordi del suo mandato, iniziato nel gennaio del 2019.
All'epoca la cronista del quotidiano Folha de S.Paulo, Patricia
Campos Mello, pubblicò una serie di reportage su un presunto
schema di invio di messaggi di massa contro il Partito dei
lavoratori (Pt, di sinistra) del candidato rivale, Fernando
Haddad, per favorire Bolsonaro nelle elezioni del 2018, da lui
poi vinte al ballottaggio.
Da allora il 'Donald Trump tropicale' (come è stato
ribattezzato per la sua devozione all'ex presidente Usa) ha
tagliato i fondi dell'editoria e chiuso il dialogo diretto con i
giornali più importanti. L'episodio più recente di questo
costante clima di tensione ha per protagonista un'altra
giornalista donna, Vera Magalhaes, del gruppo Globo e di TV
Cultura, particolarmente dura con Bolsonaro nei suoi articoli:
due giorni fa, durante un dibattito televisivo tra i candidati
alla carica di governatore di San Paolo, il deputato statale
Douglas García, alleato del presidente, si è avvicinato in modo
intimidatorio alla reporter.
Bolsonaro, noto per il linguaggio brusco e le espressioni
triviali (caratteristiche che gli hanno regalato anche una
legione di ammiratori, convinti che siano sinonimo di onestà
intellettuale), "non ha però mai censurato nessuno", fanno
notare i suoi sostenitori, tra cui l'opinionista della radio
Jovem Pan, Rodrigo Constantino. Che avverte: "Chi ha detto di
volere 'regolamentare i media', nel caso in cui venisse eletto,
è semmai l'ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva", principale
avversario di Bolsonaro e dato per favorito nei principali
sondaggi sulle intenzioni di voto in vista delle imminenti
elezioni.
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