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La bella addormentata oggi di Giorgio Nisini

La bella addormentata oggi di Giorgio Nisini

'viaggio nel bosco' dei genitori di Aurora, colta da gran sonno

ROMA, 23 giugno 2023

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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GIORGIO NISINI, ''AURORA'' (HARPERCOLLINS, pp. 314 - 19,00 euro). ''Lui non lo sapeva, ma era appena entrato nel bosco'' si legge all'inizio del romanzo, quando quello che ne è in fondo il protagonista, Stefano Orsini Gianotti, riesce a riaddormentarsi dopo essere stato svegliato nel cuore della notte, in albergo all'estero, da una misteriosa telefonata anonima augurale e minacciosa assieme, relativa al compleanno, il giorno dopo, della figlia Aurora.
    Narra appunto l'attraversamento di questo bosco metaforico, psicologico e esistenziale, questo ultimo libro di tutto misteri e suspance di Giorgio Nisini, in cui, a partire dal titolo e nome della ragazza, Aurora, alla fabbrica di lampadine Fulgor fondata dal nonno dell'attuale titolare Stefano Orsini Gianotti, sembra esservi un messaggio di luce che, dopo una sorta di lunga notte popolata di fantasmi, angosce e inquietudini, alla fine parla di un risveglio alla vita che sembra per coincidere simbolicamente con l'illuminazione e il restauro del rudere della fabbrica primigenia, spenta e abbandonata da tempo.
    Una storia di sonni, sogni, presentimenti, fantasie che si rifà del resto dichiaratamente alla fiaba de ''La bella addormentata', su suggestione, più che della celebre versione di Perrault, di versioni anteriori, da quella anonima trecentesca narrata nel Perceforest a quella seicentesca di Basile, più ricche di sentimenti e incantesimi, di ombre e premonizioni.
    Accade così che Carola, nel giorno del suo compleanno, appena conosciuto l'amore, si senta attratta e precipiti in un sonno profondo del quale i medici saranno incapaci di capire la ragione, non trovando nulla di alterato o infetto o malato nel suo corpo, così che vanno a tentoni provando una terapia o un'altra per la misteriosa narcosi, che sembra protrarsi senza fine.
    A monte di questa sorta di fattura c'è la chiamata notturna che finirà per angosciare il padre, Stefano, e il contemporaneo risvegliarsi improvviso a casa di Carola, la madre, che non ne capisce il perché fino a quando non vede ai piedi del letto la figlia, smarrita e assente come in stato sonnambolico. Anche loro, non lo si ripete, ma stanno entrando nel bosco. Un bosco buio fitto, di cui sembra non vedersi l'uscita, una luce appunto, in cui cominciano a agitarsi pensieri strani, sensi di colpa che prendono corpo nelle forme più varie, presagi, fantasmi e paure che, mentre si crea una ''necrosi verbale'' e un allontanarsi uno dall'altra dei due genitori, spingono la donna verso una sua forma di fede e speranza che va dall'interrogare un sensitivo che le parla di streghe nordiche dette Norne al creare in casa un altarino con una Madonna per pregare, mentre lui ossessionato da presentimenti e suggestioni più varie è alla caccia dell'autrice della misteriosa telefonata, che forse coincide con una vecchia che lanciò larvate minacce una sera di festa pcoco dopo la nascita di Aurora e può essere abbia a che fare col passato della Fulgor.
    Nisini così, creando situazioni e suspance, giocando su colpi di scena e una piccola vera e propria indagine poliziesca, facendo luce sulla storia della fabbrica, legata anche alle morti drammatiche e premature sia del nonno che del padre di Stefano, introducendo altri personaggi, gioca sempre a osservare e raccontare con sottigliezza analitica di scrittura pensieri, intonazioni, piccoli movimenti, sensazioni, fantasie negative, presentimenti non ben definibili, fisici e psichici dei personaggi principali che diventano la vera sostanza, la materia di cui è fatta tutta la avvolgente e un po' onirica vicenda.
   
   

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