"Dall'Istat una mazzata per la
provincia di Salerno e la Campania". Il consigliere regionale
della Campania della Lega Aurelio Tommasetti commenta così i
dati dell'ultimo dossier "Benessere equo e sostenibile dei
territori" diramato dall'istituto di statistica, che fotografa
una situazione decisamente negativa a livello provinciale e
regionale. Tra i parametri presi in considerazione ci sono
lavoro, livelli e pensioni.
"Numerosi indicatori bocciano il nostro territorio, a cominciare
dalle classi di benessere, cinque in tutto, in cui si collocano
le varie province - sottolinea Tommasetti - A Salerno ad esempio
oltre la metà degli indicatori (64 in totale) si trovano tra la
fascia bassa e quella medio-bassa, come del resto a Napoli e
Caserta. In tema di lavoro, Salerno è maglia nera per numero di
giornate retribuite con il 68,3%. Un altro dato sconfortante è
il tasso di partecipazione giovanile, fermo ad appena il 43,1%".
Non c'è da stare allegri neppure per quanto riguarda le
retribuzioni, come dimostra la media annuale per i lavoratori
dipendenti: "Già il Mezzogiorno (16.863 euro) è molto al di
sotto della media nazionale (22.808). Nel Salernitano siamo
messi addirittura peggio, scendendo a 15.171 euro".
Il consigliere regionale puntualizza che Salerno è solo una
parte del problema: "Nella nostra regione il 14,4% dei
pensionati ha percepito nel 2022 meno di 500 euro, mentre il
reddito disponibile di oltre la metà dei cittadini residenti in
famiglia ammonta a 12.900 euro, quasi 5mila in meno della media
nazionale. Basterebbero questi numeri a smontare le false
narrazioni di De Luca su una Campania prima in tutto.
Bisognerebbe guardare in faccia la realtà anziché preoccuparsi
di smentire gli studi che certificano un flop decennale".
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