"Il dato di marzo sulle vendite, che
conferma il difficile momento della domanda, va letto con
cautela soprattutto quando si guarda al confronto su base annua.
La diversa tempistica della Pasqua ha fortemente impattato sugli
acquisti, particolarmente quelli di beni alimentari,
coinvolgendo in modo diffuso gli andamenti delle diverse
tipologie distributive. Al netto dell'effetto Pasqua non mancano
elementi di preoccupazione, che interessano il permanere di una
situazione difficile per molti segmenti di consumo
(abbigliamento e calzature tra tutti) e per la distribuzione
tradizionale": lo afferma l'ufficio studi di Confcommercio sui
dati Istat di oggi.
"In questo contesto il deterioramento del clima di fiducia
delle famiglie rende ancora più incerta e complessa l'uscita da
questa fase, con il rischio di rinviare l'auspicata ripresa
della domanda e limitare le prospettive di crescita per il
2025", conclude.
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