"Il sistema sanitario italiano, in
confronto con altri paesi Ocse, registra una situazione
relativamente soddisfacente in termini di qualità
dell'assistenza, pubblica e privata, con un elevato livello
professionale dei servizi prestati. Tuttavia, l'Italia risulta,
nell'ultimo decennio, in posizioni fortemente inferiori in
termini di spesa pubblica pro-capite rispetto alla media Ocse e
della maggior parte dei principali paesi europei, un divario che
sembra accelerare negli ultimi 4-5 anni di analisi. Un settore
strategico, quindi, rispetto al quale la Camera di Commercio di
Cosenza, ritiene di fondamentale importanza contribuire alla
promozione della trasparenza e della legalità, con una
riflessione organica che tenga conto, accanto agli aspetti
normativi e di regolazione, anche dell'intera Filiera della
Salute che, in termini economici e produttivi, rappresenta un
sistema integrato nelle sue componenti pubbliche e private". Lo
ha detto il presidente della Camera di commercio di Cosenza
Klaus Algieri, presentando, alla Camera dei Deputati, il primo
Rapporto nazionale sull'imprenditoria sanitaria e il Codice
delle Aziende Sanitarie.
All'incontro, è intervenuto il consigliere medico, generale
di brigata Roberto Rossetti, su delega del Commissario
Figliuolo. "Il successo della campagna vaccinale a cui stiamo
assistendo (42.5 milioni di vaccini inoculati, 14 mln di persone
che hanno completato il ciclo vaccinale, dal 3 dicembre ad oggi
siamo passati da 956 a 26 decessi al giorno) - ha detto - è
dovuto essenzialmente allo sforzo della struttura commissariale
e delle regioni, in un primo momento, per aver organizzato più
di 2.500 hub e poi per aver coinvolto, dopo numerosi incontri e
trattative, sin da marzo, tutte le componenti della sanità non
solo pubblica ma anche privata. Mi riferisco al contributo di
Federfarma, Assofarm, Federfarma servizi, Adf, Federanisap,
Aris, Aiop, Fnopi, Fimp, Fimmg, Snami, Smi e altri ancora. A
questi dobbiamo aggiungere tutte le realtà produttive (più di
800) che hanno messo a disposizione le loro strutture e i propri
sanitari per vaccinare dipendenti e famigliari. In conclusione
possiamo affermare che nell'anno di maggior crisi nazionale,
dovuto agli effetti della 'sindemia' da covid, il sistema della
salute italiano, pubblico e privato, e le sue interazioni con
altri settori, si sono dimostrati ancora una volta uno dei
principali motori di sviluppo dell'economia del paese e della
sua 'messa in sicurezza'".
La sintesi del Rapporto nazionale sull'imprenditoria
sanitaria è stata affidata al direttore del Centro Studi
Tagliacarne, Gaetano Fausto Esposito. "La filiera sanitaria - ha
spiegato - è un valore importante per il Paese: la componente
pubblica e privata ha prodotto lo scorso anno 140 miliardi di
euro. Il settore della sanità privata occupa 950 mila persone
con quasi 124 mila imprese ed è cresciuto a tassi molto forti a
partire dal 2011, sia in termini di imprese che di occupati.
Anche nel 2020, in netta controtendenza, ha registrato un
incremento del 2,3% delle imprese contro un aumento dello 0,2%
di quelle totali e uno sviluppo del 3,7% dell'occupazione contro
un calo del 2,1% degli occupati totali. Nel complesso la sanità
di mercato genera un valore aggiunto che è una volta e mezzo di
quello dell'agricoltura. Mentre l'intero settore sanitario
pubblico e privato produce più della metà dell'industria
manifatturiera".
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