Imparare un mestiere, rendere un
servizio alla collettività ma soprattutto prepararsi, una volta
tornati liberi, a reintegrarsi nella società. E' l'opportunità
offerta dal corso professionalizzante dall'Università
Politecnica delle Marche, sulla base di un protocollo d'intesa
tra l'Ateneo e il comune di Ancona, a 12 detenuti, a fine pena,
tra i 22 e in 55 anni, della Casa di reclusione Barcaglione di
Ancona. Acquisiranno competenze nell'ambito della conoscenza
delle piante ornamentali, la manutenzione differenziata del
verde urbano, il riconoscimento delle avversità fitopatologiche,
e gli interventi in sicurezza. Figure che rientrano nelle
materie Botanica, Agronomia, Arboricoltura, Patologia vegetale,
Entomologia, Manutenzione del verde e sicurezza sul lavoro e che
consentirenno agli attuali detenuti di 'prenotarsi' una
occupazione stabile.
Il corso che coinvolge i docenti dell'ateneo, inizierà il 14
marzo 2025, e formerà i detenuti per essere operatori e
operatrici esperti in gestione e manutenzione del verde urbano,
prevede 80 ore totali di lezione, 28 teoriche e 52 di tirocinio
pratico-applicativo che si svolgeranno sia all'interno delle
aree adatte della Casa circondariale, in due aree comunali, il
parco della Cittadella e il parco di Posatore e in aree
dell'Università. Con loro i docenti dell'ateneo e i tecnici
qualificati dell'amministrazione dorica.
"Diamo strumenti concreti perchè queste persone diventino
cittadini attivi", hanno spiegato il rettore dell'Ateneo Gian
Luca Gregori e l'assessore all'università, Marco Battino.
Perchè, ha ricordato Gregori "l'università è anche attore di
inclusione sociale oltrechè di formazione. Un impegno che
l'Ateneo svolge anche nell'ambito di un progetto destinato alle
donne vittime di violenza del Centro Papa Giovanni diretto da
don Aldo Buonaiuto in provincia di Ancona "Donne che già
producono e vendono quanto realizzano". Progetti che rientrano
"nel diritto allo studio che ogni Ateneo ha il dovere di
potenziare e di rendere accessibile a tutte e tutti, soprattutto
- ha sottolineato Gregori - verso coloro che si trovano in
condizioni di fragilità". Per Battino "un nuovo passo avanti
nella collaborazione tra la città e l'università".
L'offerta del corso è stato accolta "con entusiasmo" dalla
direttrice dell'istituto Barcaglione Manuela Ceresani e dal
responsabile formazione interno all'istituto di pena, Francesco
Tubiello che, ha ricordato, è sede di Polo universitario. "Il
corso - ha sottolineato Ceresani - è uno strumento reale sia
mentre viene scontata la pena ma soprattutto dopo per
reinserirsi e responsabilizzarsi". "L'UnivPM ha aderito alla
Conferenza Nazionale dei Delegati dei Rettori per i Poli
Universitari Penitenziari (CNUPP) nel 2023 - ha spiegato il
referente del progetto, Nunzio Isidoro - per garantire il
diritto allo studio delle persone detenute e la reale fruibilità
di questo diritto". Negli anni il numero delle persone detenute
iscritte ad un corso universitario è arrivato a più di 1500
iscritti, confermando l'importanza di avere obiettivi nuovi e
quindi anche nuove possibilità". Infatti il corso darà anche
sbocchi professionali nel privato con impieghi a tempo
indeterminato."Iniziative di questa natura dimostrano - ha
spiegato il Direttore Generale Alessandro Iacopini - che
istruzione e conoscenza possono essere strumenti di profonda
trasformazione personale e sociale". Lo strumento attraverso il
quale verrà realizzato il progetto è il Crismat, Centro di
ricerca interdipartimentale relativo al Terzo Settore", ha
spiegato Valerio Temperini.
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