Giovedì 20 marzo, alle 19.00, al
Lavaterhaus, l'Istituto Italiano di Cultura di Zurigo presenta
un incontro sulla narrativa post-apocalittica con Valentina
Sturli e con la moderazione di Francesco Ziosi.
Un Paese bello come l'Italia si immagina difficilmente come
sfondo per un racconto post-apocalittico, genere che invece
conosce una tradizione molto solida nella lettura inglese e poi
americana, da Mary Shelley fino a Cormac McCarthy. Eppure, nel
XXI secolo, complici forse prima alcuni stravolgimenti
geopolitici (11 settembre), poi la presa di coscienza dei
cambiamenti climatici e da ultimo la pandemia e il rientro nella
guerra negli orizzonti del reale prossimo, anche in Italia sono
fiorite tante scritture, non solo romanzesche, ispirate al mondo
dopo la catastrofe. Un progetto dell'Università di
Chieti-Pescara ci sta lavorando sopra, a partire da testi di
autori come Niccolò Ammaniti, Ermanno Cavazzoni, Maria Rosa
Cutrufelli, Davide Longo, Laura Pariani, e molti altri.
Valentina Sturli è ricercatrice di Letterature Comparate
presso il Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali
dell'Università "G. d'Annunzio" di Chieti-Pescara. Studia
soprattutto teoria della letteratura e le sintonie/distonie tra
la letteratura italiana e quella francese. È Principal
Investigator del progetto "PANIC - Post-Apocalyptic Narratives
in Italian Culture", finanziato dal Ministero dell'Università e
della Ricerca (MUR).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA