Grande entusiasmo per l'Italia,
intessuto di sensibilità comuni e alimentato dalla capacità di
attrazione di quel "soft power" che l'arte, la cultura, le
bellezze e lo stile di vita italiani sono in grado di
esercitare. E' questo - nelle riflessioni dell'ambasciatore
d'Italia a Londra, Inigo Lambertini - lo sfondo dei preparativi
della visita di Stato in Vaticano e in Italia - con tappe a Roma
e a Ravenna - annunciata per l'inizio di aprile da Buckingham
Palace di re Carlo III e della regina Camilla: un viaggio molto
atteso di tre giorni, sulla scia dei segnali di ripresa
manifestati dal 76enne sovrano britannico dopo la diagnosi di
cancro dell'anno scorso, e che coinciderà anche con il 20esimo
anniversario di matrimonio della coppia reale, il 9 aprile.
Preparativi suggellati nel fine settimana da una serata di
gala "riuscitissima" e "indimenticabile", come ha sottolineato
Lambertini, promossa in collaborazione dall'Ambasciata e dalla
King's Foundation per celebrare nella residenza di campagna
reale di Highgrove due punti di forza dell'immagine delle
eccellenze del Bel Paese all'estero: lo Slow Food (all'insegna
del cibo a chilometro zero e della lotta agli sprechi) e la moda
sostenibile (o Slow Fashion).
Il parterre accanto a Carlo e Camilla, oltre che
all'ambasciatore Lambertini e alla sua consorte Maria Grazia, è
stato d'eccezione: da celebrità come l'attore italo-americano
Stanley Tucci, che ha contribuito a ispirare il menu della cena
assieme allo chef calabrese Francesco Mazzei, all'attrice premio
Oscar dame Helen Mirren, a David e Victoria Beckham, a Roberto
Bolle; fino a imprenditori italiani di spicco impegnati in
progetti sostenibili e nel dialogo italo-britannico come
Federico Marchetti, Donatella Versace, Brunello Cucinelli, Renzo
Rosso, Angela Missoni, Lorenzo Bertelli, Remo Ruffini ed Emma
Marcegaglia. Senza contare stelle della scena gastronomica sia
italiana sia britannica quali Giorgio Locatelli, Carlo Cracco,
Franco Pepe, Angela Hartnett o Raymond Blanc. E ancora Carlo
Petrini, nume tutelare della filosofia Slow Food, alle cui idee
re Carlo si è avvicinato da molti anni, del quale è ormai amico
e con cui si è soffermato a parlare a lungo, forse anche di
analoghe esperienze di salute.
L'evento di Highrove, segnato dalla preparazione di piatti
italiani con ingredienti locali, in parte coltivati negli stessi
orti di questa residenza con i metodi dell'agricoltura
bio-sostenibile cari al primogenito di Elisabetta II, ha
dimostrato una volta di più come "come la diplomazia culturale
possa rafforzare i legami tra Italia e Regno Unito", ha
sottolineato oggi l'ambasciatore, notando quanto la Penisola
continui "a essere un punto di riferimento globale per
l'eccellenza, fondendo tradizione e innovazione".
Il tutto in un contesto nel quale il re ha cercato di dare
l'esempio anche a tavola, recuperando dal suo piatto un ultimo
tozzo di pane e un po' d'olio prima che fossero portati via.
Prima di tornare a farsi paladino di nuovo oggi dell'ambiente e
della sostenibilità - temi di cui è pioniere da decenni - anche
in patria: facendo da cicerone al primo ministro Keir Starmer e
alla vicepremier Angela Rayner, in un raro evento pubblico
comune, nell'insediamento a misura d'uomo di Nansledan, in
Cornovaglia, nel sud-ovest dell'Inghilterra. Progetto dal sapore
'green' nato su terreni reali sotto i suoi auspici quando egli
era erede al trono, e titolare del ducato di Cornovaglia, e che
prevede investimenti per la realizzazione di scuole, servizi e
di 3700 abitazioni modello in stile Old England inserite nella
natura: solo 840 delle quali finora tuttavia realizzate per i
ritardi della politica.
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