"Il calcio è molto più di una partita, di un campionato, o di una carriera: è una comunità di persone unite dalla stessa passione e da un legame indissolubile. Non dimentichiamo la vera essenza del nostro sport, quello che è successo a me è la testimonianza della parte genuina del calcio. Ci vediamo presto... in campo".
Sono alcune delle frasi più significative scritte da Edoardo Bove a 15 giorni dal malore che lo ha colpito durante il primo tempo di Fiorentina-Inter, per il quale è stato in pericolo di vita.
E' la prima volta che il 22enne centrocampista viola in prestito dalla Roma si racconta con una lunga lettera su Instagram dopo la grande paura, il ricovero in terapia intensiva all'ospedale di Careggi e quindi all'unità di terapia intensiva cardiologica dove, martedì scorso, gli è stato impianto un defibrillatore sottocutaneo rimuovile, intervento necessario secondo il protocollo sanitario per lasciare la struttura, cosa avvenuta venerdì.
All'indomani il giocatore si recato con la propria auto al Viola Park per abbracciare i dirigenti, l'allenatore Palladino e i compagni con i quali ha seguito la riunione di squadra indossando la tenuta di allenamento come dovesse scendere in campo (in realtà dovrà osservare un periodo di riposo). "In questi giorni difficili ho avuto modo di pensare molto. Seppur la condivisione sui social non sia nella mia natura, vorrei esternare un pensiero che mi ha colpito nel profondo - ha scritto Bove - Lo spiacevole episodio avvenuto durante Fiorentina-Inter, mi ha dimostrato, ancor più di quanto pensassi, che il calcio è molto più di una partita, di un campionato, o di una carriera. Il calcio è una comunità di persone, legate dalla stessa passione, che condividono momenti di gioia, commozione, rabbia, delusione e sofferenza. Proprio in questi momenti mi rendo conto di quanto questo sport sia genuino, di quanto, al dì la dei risultati, della competizione o della concorrenza siamo tutti uniti. Uniti da un legame che a maggior ragione, una volta creato, si rafforza nei momenti di difficoltà, diventando quasi indissolubile".
Un legame, ha rimarcato il centrocampista, che "ti trasmette amore ed emozioni difficili da spiegare. Un legame che ti dà la forza di superare qualsiasi ostacolo. Ne parlo perché l'ho vissuto sulla mia pelle in questi giorni. L'affetto che ho ricevuto, il calore dei tifosi, il supporto da parte dei compagni e degli avversari, la vicinanza di tutto il mondo del calcio è stato un qualcosa che mi ha dato una forza ed un coraggio incredibili. Mi sono sentito circondato da un'energia positiva che mi ha permesso di rimanere tranquillo, di non sentire la solitudine che spesso è presente in questo tipo di difficoltà. Per questo vorrei che tutti ci impegnassimo a non dimenticare la vera essenza del nostro sport, a non lasciarci offuscare troppo dal suo lato commerciale e a non dare per scontato il suo spirito autentico. Perché nonostante tutto, quello che è successo domenica è la testimonianza della parte genuina del calcio: quella che si nutre di emozioni vere, di storie personali e di un forte legame tra chi gioca e chi tifa. Detto questo, sono veramente grato di appartenere a questo mondo e vi ringrazio dal profondo del cuore per l'affetto e la vicinanza che mi avete dimostrato! Io sto bene e questa è la cosa più importante! Ci vediamo presto…in campo! Edo".
Per adesso Bove resterà a Firenze dove continuerà ad essere seguito dalla struttura cardiologica di Careggi in attesa di ulteriori accertamenti che dovranno servire ai medici per capire le cause dell'aritmia ventricolare, e quindi al giocatore per sapere se potrà rimuovere o no il defibrillatore, cosa da cui dipenderà anche il futuro professionale che ovviamente lui spera sia ancora in Serie A. Nel frattempo continuerà ad andare a stare a Viola Park a seguire gli allenamenti dei compagni sentendosi giustamente parte del gruppo, anche perché la Fiorentina ha deciso di onorare il prestito con la Roma almeno fino al suo termine che avverrà a giugno 2025.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA