"Sogno una partita a carte su un
aereo con il Presidente della Repubblica, con quel
'soprammobile' lì. Sarebbe una cosa memorabile, imparerei pure a
fumare la pipa se ci fosse tutto quel contesto". Ospite di Fabio
Fazio nel programma 'Che tempo che fa' su 'Nove', Luciano
Spalletti rivela quale sia il suo sogno da ct della Nazionale,
e fa riferimento a quanto accadde nel 1982 sull'aereo che
riportava in Italia da Madrid i neocampioni del mondo assieme al
Presidente Sandro Pertini, e a quella partita a scopone in aereo
che vide protagonisti lo stesso Pertini, Dino Zoff, Franco
Causio e il ct Enzo Bearzot, con la Coppa del Mondo appena
conquistata sul tavolino.
Poi Spalletti parla della sua squadra che sta ringiovanendo e
che il 20 e 23 marzo giocherà i quarti di Nations League contro
la Germania, "Siamo ripartiti dai giovani perché pensiamo che
abbiano energia e novità da farci vedere, e che ci proiettano
nel futuro - dice il ct -. I giovani tirano sempre fuori cose
nuove, ma è chiaro che poi bisogna per forza assumersi delle
responsabilità importanti, che a volte ti schiacciano. Ma è
proprio dalla 'pesantezza' che poi vediamo che persone siamo".
Spalletti spiega anche quale sia il suo rapporto con i
giocatori: sono partite dalle squadre giovanili - ricorda -,
dove i bambini mi raccontavano cose che ai genitori non
dicevano, facevo un po' il papà questo modo di fare mi è
rimasto. Non si può giocare alla playstation in ritiro? A me
farebbe piacere che a una certa ora si vada a letto perché c'è
bisogno di riposare e perchè i medici dicono che è bene farlo a
una certa ora". "Se io da calciatore sono mai fuggito da un
ritiro? - continua Spalletti - Può essere successo, ed è proprio
perché si sanno certe cose che si cerca di mettere un recinto".
Poi una riflessione, stimolata da messaggi video di alcuni
giocatori, su cosa significhi indossare la maglia dell'Italia.
"Quando arriviamo negli hotel prima delle partite - dice
Spalletti - è sempre pieno di tifosi che sventolano le bandiere
dell'Italia, succede sia qui che all'estero. E lo fanno come se
quelle bandiere fossero le foto dei figli che non vedono da
tempo. Ne devi tenere conto, soprattutto all'estero quando
incontriamo gli emigrati: per loro la bandiera dell'Italia è
qualcosa di importantissimo".
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