Vinitaly di Verona tra "epica"
italiana e nuovi vini. Come quello presentato da Annabella
Pascale che gestisce, col cugino Francesco Spotorno, Tenuta di
Artimino, 78 ettari vitati all'interno del Barco Reale, l'antica
riserva di caccia dei Medici nel cuore della Toscana tra Firenze
e Prato. Lasciata in eredità ai nipoti da quel Giuseppe Olmo,
ciclista professionista prima, imprenditore di successo e
filantropo poi, a cui è stata dedicata una Fondazione con
l'obiettivo di diffondere cultura, sostenere l'innovazione e
valorizzare il patrimonio storico, artistico e ambientale. A
Verona Annabella Pascale ha presentato "Poggipié", un Igt
Toscana Cabernet Franc 2022. "E' il nostro primo dei vini
monoclonali di questa nuova linea premium" ha raccontato
l'imprenditrice vitivinicola a margine della presentazione che
ha registrato la presenza dell'enologo e imprenditore del vino
Riccardo Cottarela, presidente di Assoenologi. "Poggipié è il
primo frutto dello studio di zonazione dei vigneti, durato due
anni, progetto di valorizzazione della linea di vini e di tutto
il terroir" ha proseguito Annabella Pascale "Questo lavoro ha
permesso di approfondire la conoscenza delle caratteristiche
pedoclimatiche della nostra tenuta. Ne è emersa una grande
ricchezza di suoli e microclimi, con una straordinaria
biodiversità che comprende oltre 26 varietà. di vitigni".
Questa storia imprenditoriale ha un'origine lontana, frutto
della terra, frutto della fatica quotidiana è lontana, profuma
di epica "italiana". 1935: strade polverose..fatica...ma tanto
entusiasmo. E' Giuseppe Olmo, professionista dal 1933 al 1942,
vincitore di due Milano-Sanremo (1935; 1938), dell'omonima
azienda di produzione di biciclette. Olmo fatica a salire le
vette alpine dei Giri d'Italia dove vinse 20 tappe e delle
Grandi Classiche. Ma da lassù inizia ad osservare l'Italia e un
tessuto economico in evoluzione nonostante anni terribili,
martoriati dalla Seconda Guerra Mondiale. Dalla natia Liguria,
Giuseppe Olmo (Celle Ligure 5 novembre 1911; Milano 5 marzo
1992) si trasferisce a Milano dove, sotto le bombe, riparando
con la famiglia in alloggi di fortuna, il più delle volte
scantinati, trasforma la sua idea in un qualcosa di più forte di
ogni cataclisma. Durezza della vita quanto la fatica di
oltrepassare un colle montano in bici. Lo sforzo, i suoi sforzi
vengono, ora, ripagati. Prima apre un'azienda di biciclette col
suo nome, quindi attraverso esperimenti sulla gomma delle bici,
si crea una fortuna col poliuretano fornito all'industria
automobilistica che lo utilizza per gli interni delle auto.
Scorrono gli anni, la nuova era economica gli suggerisce di
diversificare, investendo gli utili in altri campi. Eccolo
acquistare a fine anni '80, una tenuta in Toscana, tra Prato e
Firenze: 750 ettari, 78 di vigneto, altrettanti d'uliveto,
all'interno del Barco Reale, l'antica riserva di caccia dei
Medici: Tenuta di Artimino. Cuore della Toscana tra Firenze e
Prato, gloriose allora come nell'obiettivo di oggi nella
gestione dei nipoti di Giuseppe Olmo: Annabella Pascale e
Francesco Spotorno Olmo, cugini, nipoti di Giuseppe Olmo,
ciclista prima, imprenditore poi. Sotto un unico comune
denominatore: scalare le vette è faticoso ma da lassù il mondo è
ancora più meraviglioso.
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