"Io penso, e non vorrei
essere troppo entusiasta, che questo sia l'avvenimento
ecclesiale più importante, più strategico, dopo il Concilio
Vaticano II". E' quanto afferma in un'intervista a Vatican News
il teologo monsignor Piero Coda, docente all'Istituto
Universitario Sophia di Loppiano, membro della Commissione
teologica del Sinodo 2021-2023, sul cammino sinodale appena
inaugurato dal Papa in Vaticano. "Il Concilio ci ha fatto
riscoprire la Chiesa come è: unità nel nome del Padre, del
Figlio e dello Spirito Santo, comunione e missione - spiega -.
Oggi, dopo tutto un cammino in cui abbiamo trovato nuove energie
e fatto esperienza, siamo pronti a compiere un passo ulteriore.
Oggi possiamo far diventare vita, in tutte le espressioni della
comunione e della missione della Chiesa, quella partecipazione
al mistero di Cristo in cui siamo inseriti in grazia del
Battesimo".
"Quindi fare un Sinodo sulla sinodalità non vuol dire farlo
su un tema come tanti altri, ma sull'identità più profonda della
Chiesa come comunione e missione che diventa concreta,
storicamente incisiva quando è partecipata da tutti - osserva il
teologo -. La Chiesa è tale, infatti, solo quando è portata
sulle proprie spalle da tutti ed è condivisa nel proprio cuore
da tutti, a servizio dei fratelli, soprattutto a cominciare
dagli ultimi, dagli scartati e dalle periferie esistenziali e
spirituali del nostro tempo".
"Com'è definito dal documento Episcopalis communio, emanato
da Papa Francesco proprio per il rinnovamento dell'Istituto del
Sinodo dei Vescovi voluto da Paolo VI dopo il Vaticano II -
prosegue Coda -, questo Sinodo si sviluppa in una forma
certamente nuova che prevede tre grandi fasi. La fase di
coinvolgimento di tutto il Popolo di Dio, che si articola nella
vita delle Chiese locali. Poi quella celebrativa del Sinodo dei
vescovi vero e proprio, dove vengono raccolte tutte le istanze,
le proposte che nascono dall'ascolto del Popolo di Dio. E poi la
fase della ricezione con il ritorno alle Chiese locali e
l'accoglienza e l'interpretazione creativa delle linee di fondo
emerse".
"Teniamo presente che non solo è una novità per questa
dinamica processuale di cammino, ma è la prima volta in duemila
anni di storia della Chiesa in cui un evento di questo genere è
chiamato a coinvolgere tutto Popolo di Dio - sottolinea -.
Quindi penso che dobbiamo ringraziare Dio, impegnarci con
estrema responsabilità, perché nessuno stia a guardare dalla
finestra e perché non sia un'occasione persa".
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