(AGGIORNA E SOSTITUISCE IL SERVIZIO TRASMESSO ALLE 10.28)
(dell'inviato Fausto Gasparroni)
Quando in Italia non era ancora
l'alba, papa Francesco è arrivato stamane in Mongolia, dopo un
volo di circa nove ore e mezza da Roma. Primo Papa nel Paese
asiatico, grande oltre cinque volte l'Italia ma con una
popolazione di neanche tre milioni e mezzo di abitanti,
Francesco vi è arrivato anche con un pensiero alla Cina, uno dei
due 'colossi' - la Cina Popolare a Sud, la Federazione russa a
Nord - che racchiudono interamente nei loro confini il
territorio mongolo. Sorvolando di nuovo il territorio cinese
dopo averlo fatto già (primo Papa anche in questo) nell'agosto
2014 nel suo viaggio in Corea, Bergoglio ha inviato un cortese e
augurale telegramma di saluto al presidente Xi Jinping: "Invio
auguri di buoni auspici a Sua Eccellenza e al popolo cinese
mentre attraverso lo spazio aereo del suo Paese in rotta verso
la Mongolia. Assicurandovi la mia preghiera per il benessere
della Nazione, invoco su tutti voi le benedizioni divine
dell'unità e della pace". Un messaggio che vuol essere di buon
auspicio anche per i rapporti tra la Santa Sede e la Chiesa
cattolica da una parte e il governo di Pechino dall'altra.
A stretto giro è arrivata la risposta della Cina che vuole
"rafforzare la fiducia reciproca" con il Vaticano. "La Cina è
pronta a continuare a lavorare con il Vaticano per impegnarsi in
un dialogo costruttivo, migliorare la comprensione, rafforzare
la fiducia reciproca", ha detto il portavoce del ministero degli
Esteri Wang Wenbin, parlando nel briefing quotidiano. Pechino
"promuoverà il processo di miglioramento delle relazioni tra i
due Paesi", ha aggiunto Wang.
Cina che però, secondo fonti ben informate, avrebbe vietato
ai vescovi cinesi di andare in Mongolia per partecipare alla
visita del Papa. E' attualmente a Ulan Bator solo il vescovo di
Kong Kong, monsignor Stephen Chow. In ogni caso pellegrini
cattolici provenienti dalla Cina, oltre che dalla Russia e da
altri Paesi confinanti, saranno presenti domenica 3 settembre
alla messa che papa Francesco presiederà alla 'Steppe Arena' di
Ulan Bator, rimpolpando così la minuscola comunità cattolica
della Mongolia, di soli 1.500 battezzati: "piccola ma vivace",
l'ha definita il Papa nel messaggio di saluto al presidente
Sergio Mattarella, al quale, e con lui "a tutti gli italiani",
ha rivolto anche "auspici di fruttuoso impegno per il bene
comune e con la preghiera a Dio affinché sostenga quanti operano
con iniziative di solidarietà". Ieri pomeriggio, prima di
partire da Casa Santa Marta per l'aeroporto di Fiumicino,
Bergoglio ha salutato 12 ragazzi senza fissa dimora di varie
nazionalità, ospiti del Dormitorio "Dono di Misericordia", che
nei giorni scorsi hanno aiutato il Dicastero per la Carità e il
cardinale elemosiniere Konrad Krajewski nei preparativi per
l'invio di viveri in Ucraina. E nel saluto in aereo ai 70
giornalisti al seguito, durante il volo verso la capitale
mongola Ulan Bator - dove resterà fino a lunedì 4 settembre -,
il Papa ha avuto un pensiero per il grave lutto che ha colpito
l'Italia con la sciagura sul lavoro dei cinque operai della
manutenzione morti, travolti da un treno a Brandizzo, nel
Torinese. "Sì, l'ho sentito", ha risposto dapprima all'inviato
dell'ANSA che gli ha rivolto la domanda. Poi, dopo un attimo:
"Gli incidenti sul lavoro sono una calamità. È un'ingiustizia.
Sempre per una mancanza di cura... I lavoratori sono sacri!". Al
termine dei suoi saluti, il Papa ha poi aggiunto: "Andare in
Mongolia è andare presso un popolo piccolo in una terra grande.
La Mongolia sembra non finire mai e gli abitanti sono pochi, un
popolo piccolo (poco numeroso) di grande cultura. Credo che ci
farà bene capire questo silenzio, così lungo, così grande. Ci
aiuterà a capire cosa significa ma non intellettualmente,
capirlo con i sensi". E ha precisato: "La Mongolia si capisce
con i sensi". Quindi una citazione culturale sulla musica russa:
"Mi permetto di dire che farà bene forse ascoltare un po' la
musica di Borodin, che è stato capace di esprimere cosa
significa questa lunghezza e grandezza della Mongolia". Al suo
arrivo all'aeroporto internazionale "Chinggis Khaan" di Ulan
Bator, il Pontefice è stato accolto dal ministro degli Affari
Esteri della Mongolia, la signora Batmunkh Battsetseg. Ad
attendere il Papa, anche il prefetto apostolico, cardinale
Giorgio Marengo, missionario della Consolata, con i suoi 49 anni
il più giovane porporato del Sacro Collegio, che lo accompagnerà
in questi giorni in Mongolia. Dopo la Guardia d'Onore e il
saluto delle delegazioni, il Papa e il ministro degli Esteri
hanno raggiunto la Vip Lounge dell'Aeroporto per un breve
colloquio. Al termine, Francesco si è trasferito in auto alla
Prefettura apostolica, senza altri impegni per la giornata, solo
riposo per il lungo viaggio e smaltimento delle sei ore di fuso
orario. Domani, sabato 2 settembre, la giornata sarà dedicata
agli incontri con i vertici dello Stato e le autorità del Paese
- il quale con questa visita del Pontefice cerca anche di uscire
dall'ombra e avere una sua visibilità -, quindi con i vescovi e
il clero.
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