"Un sincero e onesto
ricercatore spirituale, un artista che aveva fatto della ricerca
del divino uno scopo di vita". Così, padre Guidalberto
Bormolini, monaco e teologo, ricorda alla Radio Vaticana il suo
amico Franco Battiato, del quale celebrerà i funerali in
Sicilia. "Battiato - spiega - era profondamente convinto che la
morte rappresentasse una porta per accedere a un mistero
spirituale di bellezza e, negli ultimi anni della sua vita, si
era molto avvicinato al cristianesimo".
"Da circa otto anni avevamo un rapporto stretto, intenso, di
amicizia e anche di forte scambio spirituale. In particolare,
avevamo collaborato per il documentario 'Attraversando il
Bardo', dedicato al significato della morte nelle culture
occidentali e orientali, facendo anche tanti incontri pubblici
per presentarlo. Ma è soprattutto l'amicizia privata quella che
ha caratterizzato il nostro rapporto", racconta il monaco.
Per il sacerdote Battiato "è stato un 'sincero' ricercatore
spirituale. Non è una caratteristica poi così comune oggi. Va di
moda una sorta di spiritualità un po' 'fai da te', un po' da
supermercato, mentre lui è sempre stato un onesto e sincero
ricercatore spirituale e cercava il divino. Mi ha detto più
volte che alcune delle sue canzoni sono nate proprio da
un'ispirazione di tipo spirituale. Forse una delle più
interessanti è 'L'ombra della luce': mi aveva proprio detto che
era nata da un'ispirazione particolare nata durante la
meditazione che praticava. Negli ultimi tempi questa sua ricerca
spirituale, era sempre più aperta - io l'ho visto maturare tanto
- e la sua ricerca si era molto aperta anche al cristianesimo.
Si era appassionato ai grandi mistici, ai Padri del deserto. In
una sua canzone diceva: 'Mi è ritornata voglia di pregare
seguendo la tenacia dei Padri del deserto'. Io so che una mente
e un cuore aperti come i suoi erano aperti anche all'incontro
con il mistero di Cristo".
Il religioso precisa: "Non era un personaggio incasellabile
in una Chiesa e questo, per onestà, bisogna dirlo. Ma penso che
questa sia stata anche la bellezza della sua personalità: era
uno spirito libero. Era tra l'altro una persona di una grande
sensibilità anche fuori dal palcoscenico". "Era veramente aperto
allo spirito e, secondo me, il senso della sua vita, il centro
della sua vita, che lui aveva scelto, era la ricerca del divino,
dell'incontro, attraverso un modo suo, molto particolare,
cercava un divino personale". "Ovviamente, visto il personaggio,
manteneva chiaramente il suo pensiero un po' anticlericale, un
po' antistituzionale. Quindi posso dire che è rimasto una
persona libera, è morto da persona libera", conclude padre
Bormolini nell'intervista a Radio Vaticana.
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