I dati economici sempre più
centrali nei processi decisionali delle aziende e, in questa
fase di cambiamento, anche valido aiuto in un contesto di non
facile lettura per il mondo del vino.
Esempio di modello imprenditoriale replicabile per altri
attori del comparto è la partnership tra Ismea, l'Istituto di
servizi per il mercato agricolo alimentare, e il Consorzio Doc
delle Venezie, istituita nel 2024 su impulso dello stesso
Consorzio per affrontare le proprie scelte sulla base di
conoscenze e elementi oggettivi, e presentata al Vinitaly,
presso l'area espositiva del Masaf.
In particolare la giovane Denominazione, che associa gli
areali del Pinot Grigio del Triveneto, si attesta al primo posto
in Italia per produzione di vini fermi e al secondo posto in
assoluto, con una quota del 10%. Secondo le elaborazioni Ismea,
il 2024 ha fatto registrare un ulteriore incremento degli
imbottigliamenti della Doc, che hanno raggiunto 1,7 milioni di
ettolitri (+4%), una tendenza che dovrebbe proseguire anche nel
2025 come evidenziano i dati di questa prima parte dell'anno. Le
vendite all'estero hanno sperimentato un forte incremento; i
dati elaborati da Ismea e presentati al Vinitaly rivelano,
dall'introduzione sul mercato della Doc Delle Venezie nel 2017,
un volume dell'export più che raddoppiato, con una crescita a
tripla cifra anche del fatturato (+117%). Altro dato emerso
dalla relazione dell'Istituto è il graduale spostamento del
vigneto Italia verso il Nord-Est, con una crescita record della
superfice vitata dal 2000 a oggi in Veneto, Friuli-Venezia
Giulia e Trentino-Alto Adige (rispettivamente +38%, +53% e
+13%). Andamento in netta controtendenza rispetto alla dinamica
osservata nel resto della Penisola e a livello Ue, conseguente
anche al programma straordinario di espianti che ha
caratterizzato alcune aree produttive europee.
"Il Consorzio Doc delle Venezie rappresenta oggi il più
grande modello di integrazione interregionale, unendo sotto
un'unica denominazione d'origine i territori di Veneto,
Friuli-Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento", ha
riferito Albino Armani, Presidente del Consorzio Doc delle
Venezie. "La denominazione oggi conta una superficie vitata
potenziale di circa 27mila ettari e una produzione annua di 230
milioni di bottiglie tracciate e dotate del Contrassegno di
Stato, pari a circa il 70% della produzione totale di Pinot
Grigio del Triveneto. Con questi numeri, il Consorzio - ha
aggiunto Armani - trova in Ismea un partner strategico che
permette di trasformare l'analisi dei dati in un vantaggio
competitivo nei mercati. L'obiettivo di questa partnership è
monitorare la funzionalità e l'efficienza della nostra filiera a
livello produttivo e commerciale, attraverso ricerche e studi
approfonditi della congiuntura, della struttura e delle
strategie del comparto vitivinicolo territoriale. Questo modello
innovativo e, come ci auguriamo, replicabile da altri Consorzi e
aziende - ha proseguito - è pensato per ridurre i rischi e
anticipare le tendenze in un mercato sempre più incerto e
imprevedibile".
"Il Protocollo d'Intesa tra Ismea e il Consorzio di tutela
Doc Delle Venezie ci permetterà di sviluppare analisi
approfondite sui mercati, sui costi di produzione e sulle
dinamiche commerciali, fornendo dati essenziali per le strategie
di crescita e valorizzazione della denominazione", ha spiegato
il presidente Ismea, Livio Proietti. "Il Pinot Grigio delle
Venezie - ha aggiunto - è un asset strategico per il nostro
Paese, che contribuisce in maniera determinante all'affermazione
del vino italiano all'estero e al mantenimento della sua
posizione di leadership a livello globale per produzione e
quantitativi esportati. Ismea conferma così il proprio impegno
nel fornire strumenti di analisi e conoscenza a supporto degli
operatori, nell'ottica di una filiera sempre più competitiva,
resiliente e preparata alle sfide della contemporaneità", ha
concluso Proietti.
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