Arriva a Manoppello (Pescara) lo storytelling "L'abruzzese che affrontò le B.R.
- Storia di un eroe dimenticato", elaborato dal giornalista pescarese Fabrizio Santamaita e dedicato al carabiniere Giovanni D'Alfonso.
L'appuntamento è domani, sabato 4 febbraio alle 18, nella sala
polivalente "Karol Wojtyla" in piazza Zambra, ingresso libero;
organizza il sodalizio culturale La Fornace.
Proprio a Manoppello, il 13 giugno 1975, si svolsero il
funerale e la tumulazione del protagonista della narrazione,
nella chiesa di san Pancrazio dove si era sposato nel 1961 con
Rachele Colalongo. A chiusura dell'evento sarà proiettato, per
la prima volta in pubblico, un video di 12 minuti del funerale
di D'Alfonso. Il tutto sarà ripreso dalle telecamere di Rete8 e
trasmesso nei prossimi giorni.
La vicenda al centro dello storytelling risale agli 'anni di
piombo': il 5 giugno 1975, in una cascina di campagna ad Arzello
di Melazzo (Alessandria) vi fu un conflitto a fuoco tra due
membri delle Brigate Rosse e quattro carabinieri, uno dei quali
era Giovanni D'Alfonso, originario di Penne (Pescara). In quella
cascina le Brigate Rosse tenevano prigioniero, dopo averlo
rapito, l'industriale piemontese Vittorio Vallarino Gancia,
titolare dell'omonimo marchio di spumanti. L'appuntato
D'Alfonso, gravemente ferito durante la sparatoria, morì pochi
giorni dopo in ospedale. La vicenda presenta ancora oggi lati
oscuri sui quali la magistratura è tornata a indagare di recente
interrogando alcuni ex brigatisti.
La narrazione - che sarà introdotta dalla giornalista
Francesca Di Giuseppe - dura 40 minuti, è stata ispirata dalla
lettura del libro "Brigate Rosse. L'invisibile" di Simona
Folegnani e Berardo Lupacchini ed è corredata da rari documenti
d'epoca, tra i quali tre disegni fatti da un misterioso membro
delle B.R. per ricostruire graficamente lo svolgersi della
sparatoria. Al termine dello storytelling - già proposto con
successo al pubblico del FLA nel novembre scorso e poi a
Francavilla al Mare a dicembre - interverranno il figlio di
Giovanni D'Alfonso, Bruno, e Berardo Lupacchini. Poi spazio alle
domande del pubblico.
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