La Commissione Pari Opportunità (Cpo) della Regione Abruzzo ha approvato, nella seduta di questo pomeriggio a Pescara, il testo della proposta di legge che intende sostituire la legge regionale n.
31/2006 in tema di centri antiviolenza (C.a.v.) e case rifugio (Cr) per donne maltrattate.
La pdl, che consta di 32 articoli, è denominata
"Istituzione dell'Osservatorio Pari Opportunità,
dell'Osservatorio della Violenza Domestica, della Cabina di
Regia, dell'Albo Regionale e riordino dei C.A.V. e delle Case
Rifugio" ed è la prima in Italia presentata da una Commissione
Pari Opportunità regionale.
Dal 2020 la Cpo Abruzzo ha posto in essere audizioni di tutti
i legali rappresentanti dei centri antiviolenza e delle case
rifugio riconosciuti dalla Regione sulla base della L.R.
31/2006. Nel luglio 2022 è stata predisposta una prima proposta
di legge per integrare la 31. Successivamente, l'intesa
Stato-Regioni del 2022 ha ulteriormente modificato i requisiti
dei centri antiviolenza e delle case rifugio, prevedendo, tra
l'altro, che gli avvocati a disposizione dell'utenza siano
esclusivamente donne e che una donna avvocato la quale,
nell'ambito della sua attività professionale, abbia seguito un
uomo maltrattante, non possa operare in appoggio a un centro
antiviolenza. Per questo la Cpo Abruzzo, audita ieri, 7
novembre, sulla base del parere 3/2023, ha sollevato alcune
eccezioni al testo di un'altra pdl, la n. 355/2023, depositata
in Consiglio il 10/10/2023, e alla Pdl 293/2023, superata
sostanzialmente dall'Intesa Stato Regioni del 2022.
"La Commissione Pari Opportunità Abruzzo - spiega la
presidente Maria Franca D'Agostino - ha ritenuto opportuno
riordinare l'intera materia afferente i centri antiviolenza e le
case rifugio con una nuova legge che vada ad abrogare la n.
31/2006. Sulla scorta dell'ultima intesa Stato-Regioni ha
previsto, inoltre: l'apertura di sportelli di ascolto, collegati
ai Cav riconosciuti; la possibilità per la Regione di
costituirsi parte civile nei procedimenti penali per
femminicidio e atti di violenza contro le donne, devolvendo
l'eventuale risarcimento in favore delle vittime e/o degli eredi
delle stesse in caso di femminicidio; l'istituzione dell'Albo
delle associazioni aventi i requisiti ex lege, le sole deputate
ad aprire centri antiviolenza e case rifugio, al fine di evitare
che donne vittime di violenza si rechino in centri non
riconosciuti con personale non specializzato. Attualmente in
Abruzzo esistono 13 centri riconosciuti, ma sono innumerevoli le
associazioni attive in questo ambito. Disciplinare il tutto non
è più procrastinabile. Ringrazio tutti i componenti la
Commissione pari Opportunità della Regione Abruzzo, in
particolare quelli della sottocommissione legislativa, che per
quattro anni si sono adoperati per raggiungere questo importante
risultato".
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